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4celti golasecchiani 10 , i Liguri Occidentali 11 , l' etruria Padana cen -10 circa le immigrazioni tardohallstattiane, “il famoso passo liviano che testimoniavacon un triplo riferimento cronologico come i primi passaggi delle alpi avvenneroai tempi del regno di tarquinio Prisco, cioè agli inizi del Vi secolo, trova una singolareconferma nell’arrivo di gruppi inumatori, in situazioni apparentemente pacifiche, nellearee prima depopolate. così dall’inizio del Vi secolo il canton ticino si riempie abbastanzarepentinamente di necropoli, che assumono il rito della cremazione solo nellezone più vicine ai centri golasecchiani: si tratta evidentemente dei Leponti, che catoneconsiderava di stirpe taurisca, cioè celti originari dell’area alpina orientale, che evolvonomolto rapidamente una cultura materiale improntata sui modelli golasecchiani”,già permeati di cultura celtica, non soltanto “sul piano linguistico”, ma anche per “unaconsapevolezza che porta fin dal Vii secolo a elaborare una propria epigrafia autonomaderivata dall’alfabeto etrusco-italico e addirittura a ostentare anche nella raffigurazionedi parate o cerimonie elementi emblematici del costume celtico come le bracae : F. M.GaMbari, L’etnogenesi dei Liguri cisalpini cit., pp. 11, 12, 24 e 25. Sul bicchiere recantela più antica testimonianza di una lingua celtica scritta in un alfabeto etrusco-italico(secondo quarto del Vi secolo), appartenente al corredo di una tomba di castellettosopra ticino, e in generale sulla cultura Golasecchiana Occidentale, influenzata daglietruschi (viticoltura e anfore vinarie dell’ etruria Meridionale, ideologia del simposio,uso di incensieri da cerimonia), cfr. F. M. GaMbari, Gli insediamenti e la dinamica delpopolamento nell’età del Bronzo e nell’età del Ferro cit., pp. 137-140, e n.caFFareLLO, Gli Etruschi nell’area nord-occidentale dell’Italia Antica, in RiscoprireTrisobbio. Una giornata di studio dedicata all’antico borgo monferrino, atti delcongresso internazionale, trisobbio, 30 giugno 2001, a cura di G. PiStarinO e G. SOLdirOndinini, università degli Studi di Genova, Sede di acqui terme, Collana di Fonti eStudi diretta da Geo Pistarino, trisobbio, 2002, pp. 67-81, alle pp. 70 e 71. Sul carattereceltico della cultura di Golasecca cfr. r. c. de MariniS, “I Celti golasecchiani”, inI Celti, Milano, 1991, pp. 93-102, e e. a. arSLan, La seconda età del Ferro inLomellina, in Ligures celeberrimi citati, pp. 141-157, il quale, alla p. 141, ha accennatoal “riconoscimento unanime della celticità della cultura di Golasecca, per cui l’accettazionedei “celti Golasecchiani” si pone come premessa necessaria per qualsiasianalisi. con il contestuale riconoscimento, che ne deriva, della probabile “protocelticità”dei Liguri”. invece questi ultimi, secondo il Solari, parlavano “una lingua certamenteindoeuropea, distinta dal celtico, con cui peraltro ha avuto intensi rapporti, e dallealtre lingue dell’italia antica”, la quale si è sovrapposta “ad un sostrato non indoeuropeo,che alcuni si ostinano a chiamare ligure anario o protoligure, come se si trattasse diun’unica lingua”. tuttavia il medesimo autore, alla p. 211, ha affermato che la tripartizionedell’elemento indoeuropeo in Ligure, Leponzio e Gallico corrisponde “a tre tappedel processo di indoeuropeizzazione e di diffusione delle isoglosse che nel loro insiemeformeranno quello che si definisce il celtico: i tre strati corrispondono ai tre stadi dellacolonizzazione, a tre differenze di tipo quantitativo che coincidono con tre differenze ditipo qualitativo, a processi associativi e non ge<strong>net</strong>ici, ad aree geolinguistiche e non adalberi genealogici”: r. SOLari, La stratificazione linguistica del Piemonte preromano,in Archeologia in Piemonte, i, La preistoria cit., pp. 203-216, alla p. 203. a Villa delForo e successivamente negli insediamenti liguri occidentali del 475-375 (cfr. i, note nn.21-40) sono stati trovati vasi ceramici ispirati “verosimilmente a modelli metallici diarea golasecchiana”: L. FerrerO-M. Giaretti-S. PadOVan, Gli abitati della Liguriainterna: la ceramica domestica, in Ligures celeberrimi citati, pp. 51-80, alla p. 53. nel1961 fu rinvenuto sulla strada di Savona, presso acqui, un frammento di fibula di tipogolasecchiano (circa 525-475 a. c.) e analogo alle fibule di Villa del Foro: F. M.GaMbari, L’età del Ferro nell’Acquese cit., p. 29, Fig. 1, e p. 30.

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