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214comune di tortona, essendo testimone nell'atto del 1295 Manuellusde Lerma, saltarius comunis Terdone, filius con dam Guillelmi Robe.Filippo della Volta e il castello di Taglioloi monaci di tiglieto, presso il cui monastero Lanfranco, venendoa morte nel 1271, ha chiesto di essere sepolto, prestano ai della Voltaampia collabo razione. il 23 febbraio bo nifacio judex, figlio dibonifacio q. ingone, e di nuovo il 23 a prile 1274, Filippo, a nomeproprio e del suddetto bonifacio, di cui è procuratore, assieme adantonio q. Lanfranco rosso, confe riscono in fatti procura a ugo, cellariodel Monastero di tiglie to, ad exigendum et ven dendum, cioè afarsi consegnare e a vende re, tutto il grano che devono ricevere dalleloro terre condotte da un certo Nigro de Bosco de Alexandria. è quindituttora in proprietà dei rosso della Volta la terra detta braida vicinoad alessandria, che troveremo infatti ancora elencata nell'inventa -rio redatto nel 1311 dalle figlie ed eredi del defunto Filippo, inventarioche, per quanto riguarda l'Oltregiogo, comprende an che, genericamente,mulini e ferriere in territorio di Ovada e di rossiglione 80 .Filippo della Volta, probabilmente il maggior nato vivente dellacasata, nel dicembre del 1281 acquista da Filippino, conte di Venti -miglia, marito di sua nipote iliana, alcune quote sul pe daggio diVoltaggio 81 .nel 1284 è Filippo 82 colui che compare in un complesso di atti conil comune di Pavia, a rappresentare gli interessi di altri genovesi (tra80 (aSG, Fogliazzi del Richieri, i, f. 152, c. 4; f. 153, c. 2). un altro investimentoeffettuato in questo settore dai rosso della Volta risulta dall'atto mediante il quale, nel1306, torpe te, raffo e fratelli, Petrino, corrado e fratelli, locano a Gio vanni di bergamo(probabilmente un siderurgico), abitante in Ma sone, una terra ed un mulino, per ottoanni al canone di lire 8 all'anno.81 Probabilmente si tratta del riacquisto di quote conferite a titolo di dote. (a. FerrettO,Codice diplomatico, cit., p. ii, doc. dcccXciV.82 citato nel testamento dettato da Lanfranco rosso il 23 luglio 1271, a lui assiemea bonifacio e nicolino, come propinquiores di Lanfranco, era riservata la successionenel castello di Mornese, nel caso antonio, figlio di Lanfranco, decedesse senzaaver avuto figli maschi nati entro il 1280 (e.POdeStà, Mornese, cit., doc. i.

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