hiver - Historical Revisionism by Vrij Historisch Onderzoek
hiver - Historical Revisionism by Vrij Historisch Onderzoek
hiver - Historical Revisionism by Vrij Historisch Onderzoek
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
——————————————————————> Conseils de révisions / <strong>hiver</strong> winter 2007<br />
pensiero è punito con la galera, diventa oggetto di studio, con tanto di onori di Stato, nel regime<br />
islamico sciita fondato dagli Ayatollah.<br />
Malgrado le pressioni dell’Onu, le proteste di Germania e Stati Uniti, e le simboliche rimostranze del<br />
governo di Roma, l’esecutivo iraniano, guidato da quel Mahmoud Amadinejad che un giorno sì e<br />
l’altro pure grida al mondo di voler cancellare Israele dalle cartine, e che lo sterminio degli ebrei<br />
nella Germania di Hitler è stato solo un «mito», darà il via alla prima conferenza dei negazionisti -<br />
o dei revisionisti - dell’Olocausto che sia mai stata celebrata nel mondo sotto l’egida diretta di uno<br />
Stato membro dell’Onu.<br />
Negli ultimi giorni il tiro è stato un po’ aggiustato ma le finalità restano chiare. «Rivedere<br />
l’Olocausto: una questione globale» è il titolo della conferenza ufficialmente organizzata dall’Istituto<br />
per gli studi politici internazionali di Teheran con l’avallo del Ministero degli Esteri iraniano. E<br />
Ahmadinejad ha sostenuto che con questo evento l’Olocausto diventa un tema di dibattito<br />
approfondito. Per questo, ha affermato, sono stati inviati a Teheran 67 accademici provenienti da<br />
30 Paesi diversi di tutto il mondo. L’iniziativa del regime iraniano è stata avviata dopo la dura<br />
reazione della comunità internazionale, nonché degli storici di tutto il Pianeta, alle dichiarazioni del<br />
presidente circa il «mito» della Shoah.<br />
«Per 60 anni, parlare dell’Olocausto in Occidente è stato un reato. Ma ora vi è un dibattito<br />
approfondito sull'Olocausto sia sui giornali che nelle riunioni politiche e della gente», ha dichiarato<br />
Ahmadinejad, ripreso dalla televisione di Stato iraniana.<br />
Il paradosso è servito. Il regime che condanna a morte gli apostati e gli adulteri tenta, con<br />
mosse furbette come queste, di accreditarsi come alfiere della libertà di studio storiografico,<br />
ribaltando sull’Occidente tutta la propria incapacità di mantenersi coerente con i principi di Voltaire.<br />
«Perfino alcuni politici occidentali hanno dichiarato che le fondamenta originali del regime sionista<br />
sono da rivedere perchè sbagliate», si è anche permesso di aggiungere Ahmadinajad. E il vice<br />
ministro degli esteri, Manouchehr Mohammadi, ha anticipato alcuni temi della conferenza, fra cui<br />
«le camere a gas, se siano state veramente utilizzate dai nazisti».<br />
Ma chi interverrà nella terra degli Ayatollah per sostenere tesi e deliri di questo genere, che<br />
costano anni di reclusione in almeno dieci stati europei Ufficialmente i nomi degli “accademici”<br />
europei o occidentali non sono stati resi noti, per evitare che venga loro sottratto il passaporto<br />
dagli Stati di provenienza. E nella stampa nostrana - solitamente pronta a gettare i mostri di<br />
questo genere in prima pagina, la questione viene trattata sì, ma abbastanza in sordina.<br />
Repubblica ne parla ma non indaga e il Corriere avanza solo il nome di quello che sarebbe dovuto<br />
essere il rappresentante italiano, il triestino Ugo Fabbri al quale però «per ragioni burocratiche» il<br />
passaporto è stato sospeso. Se leggiamo però il quotidiano spagnolo El Pais alcuni nomi ipotizzati ci<br />
sono, eccome. Per esempio Serge Thion, parigino già ricercatore del Centro nazionale delle<br />
Ricerche scientifiche e aderente alle tesi di Robert Faurisson e dei siti neonazisti, parimenti<br />
negazionista dei crimini di Pol Pot e, nel 2003, “di casa” nelle conferenze del Partito dei Musulmani<br />
di Francia.<br />
Ed ecco poi, a dimostrare ancora una volta la contiguità tra l’estrema sinistra e l’estrema<br />
destra, e di queste due parti con il mondo islamico, il giovane «anarcosindacalista rivoluzionario»<br />
portoghese Flávio Gonçalves. Probabile l’intervento anche dello stesso Faurisson, oggi 78enne e da<br />
poco condannato a tre mesi di carcere per aver sostenuto tesi come quelle secondo cui «le camere<br />
a gas erano in realtà forni crematori per i cadaveri, necessari perché altrimenti ci sarebbero state<br />
molte infezioni».<br />
A proposito di contiguità tra estremisti, El Pais spiega che due tedeschi invitati da Teheran<br />
per la “riunione di accademici“ non ci saranno, ma solo per il motivo che è stato ritirato loro il<br />
passaporto. Uno è, Ernst Zundel, neonazista finito in carcere per due anni a causa della<br />
propaganda dell’odio razziale, e l’altro è Horst Mahler, ora diventato “nero”, ma che fu tra i<br />
fondatori della banda terrorista Baader-Meinhof, le Brigate rosse tedesche.<br />
Scavando ancora un po’ nel rapporto “particolare” che intercorre tra Teheran e l’occidente<br />
sulla questione della Shoah, scopriamo un altro particolare su cui è calato un inquietante silenzio.<br />
Nell’inqualificabile premio internazionale della satira sull’Olocausto, bandito in Iran come risposta<br />
alla vicenda delle vignette su Maometto, uno tra i vincitori è un cartoonist italiano, Alessandro<br />
Gatto. Ne dà notizia il sito ebraico European Jewish Press che lo intervista dopo aver spiegato che<br />
il concorrente è stato premiato con tre monete d’oro, una coppa e una menzione d’onore. Gatto, la<br />
cui opera comunque non irrispettosa raffigura le strisce di una giubba di un internato in un campo<br />
di sterminio nazista che diventano le sbarre per un palestinese, spiega di non essere antisemita. E<br />
che ha partecipato in nome della libertà di espressione e del fatto che era già in contatto con gli<br />
organizzatori del “contest”.<br />
Ma ha vinto il premio messo in palio dagli antisemiti e nessuno ne parla. Come nessuno parla<br />
del fatto che, a proposito di contiguità, Ahmadinejad ha ribadito alleanza e sostegno al capo del<br />
governo palestinese di Hamas, Ismail Haniyah, pochi giorni fa a Teheran, che ha promesso la jihad<br />
fino alla «liberazione di Gerusalemme».<br />
Se si pensa che mercoledì prossimo la sinistra estrema italiana accoglierà il premier<br />
— 141 —