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hiver - Historical Revisionism by Vrij Historisch Onderzoek

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——————————————————————> Conseils de révisions / <strong>hiver</strong> winter 2007<br />

comunicazione nel mondo”, riuscendo in questo modo a formare le coscienze. Per questo Weiss ritiene<br />

la conferenza di Teheran un’opportunità per parlare a tutta la comunità ebraica. Il rabbino<br />

statunitense ha poi ribadito di non voler mettere in dubbio l’esistenza dell’Olocausto, affermando di<br />

averne esperienza diretta, visto che alcuni suoi parenti ne furono vittime, e che lo stesso presidente<br />

iraniano Ahmadinejad, nel corso di un loro recente colloquio, non lo abbia negato, contenstandone<br />

piuttosto la strumentalizzazione che ne viene fatta dall’entità sionista. Una visione condivisa dal<br />

gruppo dei ‘Neturei Karta’. Rispetto alla difficoltà di convivere con il resto della comunità ebraica,<br />

Weiss ci ha spiegato che per persone che la pensano come lui sarebbe pericoloso andare in Israele, e<br />

non in particolare per l’opposizione governativa, quanto per le reazioni aggressive e violente della<br />

popolazione israeliana in cui si imbatterebbe. Un’affermazione che fa il paio con le precedenti nello<br />

spiegare la difficoltà di accettare una visione così diversa da quella che l’indottrinamento sionista ha<br />

inculcato, e non solo in Israele, tramite i mass media ed il sistema educativo globalizzante.<br />

Gli abbiamo chiesto cosa pensa dei ‘refusenik’, gli israeliani obiettori di coscienza che si<br />

nrifiutano di imbracciare armi contro i palestinesi: in un simile contesto aprire gli occhi è difficile, fa<br />

intendere il rabbino newyorchese, ma c’è chi lo fa. Meglio tardi che mai.<br />

***<br />

Il mito della 'Terra Promessa'<br />

| Mercoledì 13 Dicembre 2006 - 13:05 | Antonella Vicini e Alessia Lai |<br />

http://www.rinascita.info/cogit_content/rq_attualita/Il_mito_della_Terra_Promes.shtml<br />

dalle nostre inviate<br />

L’affermazione del presidente iraniano Ahmadinejad secondo cui l’Olocausto sarebbe un mito,<br />

non è corretta, o almeno non del tutto. La mistificazione avrebbe infatti origini ben più lontane nel<br />

tempo. Questa l’interessante e originale teoria di Taregh Ahmed, ricercatore della Al-Tajidid Social and<br />

Cultural Society del Bahrein, intervistato ieri da Rinascita al termine del suo intervento al convegno<br />

internazionale di Teheran. Partendo dall’assunto che l’Olocausto è un mito recente, creato per<br />

giustificare la migrazione degli ebrei europei nel Vicino Oriente dopo la seconda guerra mondiale,<br />

Ahmed ci ha spiegato che il vero mito originario, punto di partenza per giungere alla occupazione<br />

odierna della Palestina, e quello della ‘Terra Promessa’. Perché la Palestina Secondo la versione<br />

corrente la risposta andrebbe ricercata nelle Sacre Scritture, ma per il nostro interlocutore la<br />

motivazione sarebbe di natura geopolitica ed economica, e, soprattutto, remota.<br />

Gli ebrei sostengono, infatti, che la Palestina sia stata loro affidata da Dio: questa la prima<br />

mistificazione. E, per Ahmed, l’Olocausto non è quindi che un aspetto e l’evoluzione moderna della<br />

falsificazione della storia a cui il popolo ebraico fa, e non soltanto lui, riferimento. La Terra Promessa,<br />

infatti, secondo il ricercatore del Bahrein, è il primo mito da sfatare. È una prospettiva non ancora<br />

analizzata da quelli che Ahmed chiama i ‘revisionisti occidentali’, ma da lui indagata a fondo. Il<br />

concetto della Terra Promessa, come è oggi considerata dagli ebrei la Palestina, è stato totalmente e<br />

deliberatamente travisato nella traduzione in greco della Torah. La Torah, il Pentateuco della religione<br />

cristiana, parte del Vecchio Testamento della Bibbia, fu tradotta in greco dalla originaria lingua araba<br />

antica dando origine alla versione detta in latino Septuaginta (che secondo la tradizione sarebbe stata<br />

tradotta dall’ebraico da 70 saggi ad Alessandria d’Egitto, dove esisteva una importante comunità<br />

ebraica).<br />

Il luogo in cui Mosè viene salvato dalle acque, identificato in quella versione della Bibbia, e<br />

quindi della Torah, nell’antico Egitto, nella versione originaria è definito Misr. E Misr non era l’Egitto<br />

ma, con ogni probabilità, la parte meridionale della penisola araba, a sud della Mecca. Era un motivo<br />

economico, come ora d’altronde, a determinare una tale mistificazione: gli interessi della cultura e<br />

della civiltà romano ellenica nei confronti dell’area mediterranea. Le informazioni sulla Terra<br />

Promessa vennero quindi falsate, e gli europei, a partire dai romani, riportarono il concetto di quella<br />

‘nuova’ Terra Promessa nel mondo arabo mediterraneo durante la colonizzazione di quei luoghi. È<br />

quindi un errore antico, tramandato attraverso le scritture, e quindi le tre religioni monoteiste, in<br />

modo da creare una falsa tradizione e coscienza collettiva.<br />

La verità più recente, ha aggiunto Taregh Ahmed, è che dopo la fine della seconda guerra<br />

mondiale Usa e Gran Bretagna volevano una stabilizzazione del loro potere nell’area vicinorientale.<br />

Quindi il popolo ebraico è servito all’estensione del controllo atlantico sui Paesi arabi. In cambio,<br />

Londra e Washington hanno promesso aiuto e supporto continuo ad Israele. La propaganda<br />

statunitense e britannica ha poi usato l’Olocausto, la versione comunemente accettata oggi, per<br />

instillare nella mente delle persone la giustificazione ad un’occupazione contraria ad ogni legge<br />

internazionale, rafforzata da una mitologia assunta a religione.<br />

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