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hiver - Historical Revisionism by Vrij Historisch Onderzoek

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——————————————————————> Conseils de révisions / <strong>hiver</strong> winter 2007<br />

il presidente Ahmadinejad che ha promosso quest'incontro — dice —. Ci deve essere libertà di parola».<br />

Linea analoga per il leader negazionista, il francese Robert Faurisson, ex docente di Lettere a Lione,<br />

più volte condannato in patria, che fa ridere la platea con una raffica di battute. Mescolate a tesi di<br />

studio: un'invenzione — secondo Faurisson — l'ordine di Hitler di sterminare gli ebrei, così come le<br />

camere a gas: «Anche Primo Levi che era chimico ha detto di non credere a questa diceria».<br />

«Ahmadinejad ha ragione — prosegue —: l'Olocausto è una menzogna che ha permesso una gigantesca<br />

truffa politica e finanziaria a vantaggio di Israele. I Lager sono un'invenzione americana».<br />

Gli organizzatori iraniani continuano a sostenere che si tratti di un incontro a carattere<br />

scientifico. Così il ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki che ieri mattina ha dato il via ai lavori:<br />

«Non stiamo qui a negare o confermare. Diamo ai ricercatori la possibilità di esprimere il proprio<br />

punto di vista. Pro e contro ». Per il «pro» Teheran punta sui relatori ebrei: sei ortodossi antisionisti in<br />

abiti neri, riccioli e barba, arrivati da Gran Bretagna, Austria e Usa. Per loro parla il britannico Ahron<br />

Cohen: «L'Olocausto c'è stato poiché l'abbiamo vissuto, ma ciò non giustifica il comportamento nei<br />

confronti dei palestinesi». Avrebbe parlato «pro» anche l'arabo- israeliano Khaled Kasab Mahameed,<br />

che dirige un museo della Shoah a Nazareth, ma non gli è stato concesso il visto. Troppo poco spazio<br />

alle conferme per fugare i dubbi di un raduno di negazionisti, anche secondo la comunità ebraica<br />

locale (25 mila persone). «È un insulto agli ebrei di tutto il mondo», dice Moris Motamed, unico<br />

deputato ebreo al Parlamento di Teheran. Critiche dure da Israele: conferenza «nauseante» per il<br />

premier Olmert, espressione di «odio perverso». Lo scrittore Amos Oz: «Un brutto scherzo, spero sia<br />

accolto ovunque con disgusto». Si associano i tedeschi (il presidente del Bundestag, il cristianodemocratico<br />

Norbert Lambert, manda una lettera ad Ahmadinejad). E i francesi: il segretario socialista<br />

Hollande parla di «atto bellicoso». Critiche di vario colore politico anche da Roma: da Cicchitto (Forza<br />

Italia) a Capezzone (Rosa nel Pugno) a Russo Spena (Rifondazione).<br />

Corriere della Sera, 12-12-2006<br />

Libertà giustizia<br />

http://libertaegiustizia.it/primopiano/pp_leggi_articolo.phpid=946&id_titoli_primo_piano=3<br />

"NEGAZIONISTI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI A TEHERAN"<br />

Per domani Ahmadinejad ha convocato la conferenza anti-Olocausto.<br />

Forse ci sarà Faurisson<br />

di Giovanni Polli<br />

Domani e dopo, a Teheran, vanno in scena le contraddizioni dell’Occidente. Ciò che nella civiltà della<br />

libertà di pensiero è punito con la galera, diventa oggetto di studio, con tanto di onori di Stato, nel regime islamico<br />

sciita fondato dagli Ayatollah.<br />

Malgrado le pressioni dell’Onu, le proteste di Germania e Stati Uniti, e le simboliche rimostranze del<br />

governo di Roma, l’esecutivo iraniano, guidato da quel Mahmoud Amadinejad che un giorno sì e l’altro pure grida<br />

al mondo di voler cancellare Israele dalle cartine, e che lo sterminio degli ebrei nella Germania di Hitler è stato<br />

solo un «mito», darà il via alla prima conferenza dei negazionisti - o dei revisionisti - dell’Olocausto che sia mai<br />

stata celebrata nel mondo sotto l’egida diretta di uno Stato membro dell’Onu.<br />

Negli ultimi giorni il tiro è stato un po’ aggiustato ma le finalità restano chiare. «Rivedere l’Olocausto: una<br />

questione globale» è il titolo della conferenza ufficialmente organizzata dall’Istituto per gli studi politici<br />

internazionali di Teheran con l’avallo del Ministero degli Esteri iraniano. E Ahmadinejad ha sostenuto che con<br />

questo evento l’Olocausto diventa un tema di dibattito approfondito. Per questo, ha affermato, sono stati inviati a<br />

Teheran 67 accademici provenienti da 30 Paesi diversi di tutto il mondo. L’iniziativa del regime iraniano è stata<br />

avviata dopo la dura reazione della comunità internazionale, nonché degli storici di tutto il Pianeta, alle<br />

dichiarazioni del presidente circa il «mito» della Shoah.<br />

«Per 60 anni, parlare dell’Olocausto in Occidente è stato un reato. Ma ora vi è un dibattito approfondito<br />

sull'Olocausto sia sui giornali che nelle riunioni politiche e della gente», ha dichiarato Ahmadinejad, ripreso dalla<br />

televisione di Stato iraniana.<br />

Il paradosso è servito. Il regime che condanna a morte gli apostati e gli adulteri tenta, con mosse furbette<br />

come queste, di accreditarsi come alfiere della libertà di studio storiografico, ribaltando sull’Occidente tutta la<br />

propria incapacità di mantenersi coerente con i principi di Voltaire. «Perfino alcuni politici occidentali hanno<br />

dichiarato che le fondamenta originali del regime sionista sono da rivedere perchè sbagliate», si è anche<br />

permesso di aggiungere Ahmadinajad. E il vice ministro degli esteri, Manouchehr Mohammadi, ha anticipato<br />

alcuni temi della conferenza, fra cui «le camere a gas, se siano state veramente utilizzate dai nazisti».<br />

Ma chi interverrà nella terra degli Ayatollah per sostenere tesi e deliri di questo genere, che costano anni<br />

di reclusione in almeno dieci stati europei Ufficialmente i nomi degli “accademici” europei o occidentali non sono<br />

stati resi noti, per evitare che venga loro sottratto il passaporto dagli Stati di provenienza. E nella stampa nostrana<br />

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