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hiver - Historical Revisionism by Vrij Historisch Onderzoek

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——————————————————————> Conseils de révisions / <strong>hiver</strong> winter 2007<br />

***<br />

Teheran sfida il pensiero unico<br />

http://www.rinascita.info/cogit_content/rq_attualita/Teheran_sfida_il_pensiero_.shtml<br />

| Mercoledì 13 Dicembre 2006 - 13:06 | Alessia Lai e Antonella Vicini |<br />

dalle nostre inviate<br />

La vera anima della conferenza internazionale sull’Olocausto, organizzata dall’Institute for<br />

political and international studies, si è delineata ieri, nella sua seconda e ultima giornata. Non solo<br />

nelle parole del viceministro degli Esteri Manouchehr Moammadi che ha chiuso i lavori, ma<br />

soprattutto nei numerosi e variegati interventi che l’hanno caratterizzata. Una chiusura in grande stile,<br />

che dai locali dell’Ipis si è spostata direttamente al Palazzo presidenziale dove relatori e stampa<br />

internazionale sono stati accolti dal presidente Mahmoud Ahmadinejad.<br />

A dispetto delle pregiudiziali occidentali che ne hanno preceduto l’inizio, e accompagnato lo<br />

svogimento, il senso del covegno non va rintracciato nella volontà di negare l`Olocausto, quanto in un<br />

approccio storico e storiografico, e per alcuni versi filosofico, alla questione. Quasi del tutto marginale,<br />

anzi, l’attenzione alla veridicità, nelle sue diverse declinazioni - partendo dagli aspetti tecnici delle<br />

camere a gas fino alla reale entità numerica delle vittime – della Shoah; ben più spazio hanno trovato,<br />

invece, analisi e dissertazioni sulla natura del giudaismo, del sionismo, sull’uso strumentale delle fonti<br />

storiografiche, sulle loro mistificazioni e negazioni, sulla propaganda dei media, sull’uso politico della<br />

religione ebraica.<br />

Quello che si è dispiegato davanti alla platea è, dunque, un convegno di studiosi di ogni<br />

provenienza geografica (Austria, Stati Uniti, Svezia, Siria, Ucraina, Danimarca, Grecia, Giordania,<br />

Canda, India, Portogallo, Marocco, Iran) e quindi diversi dal punto di vista culturale e politico: lo<br />

spirito, del resto, che era stato anticipato lunedì, nel suo discorso di apertura, dal ministro degli Esteri<br />

iraniano Manoucherh Mottaki, che aveva sottolineato come il revisionismo non sia una questione di<br />

“destra o sinistra” o di religione, ma un orientamento mentale. Serge Thion, storico revisionista di<br />

sinistra francese, ha evidenziato ieri, nel corso del suo intervento, l’importanza del revisionismo in<br />

quanto sfida all’ordine costituito, e precostituito, dominato dal sionismo che, nelle tesi di molti dei<br />

relatori, è la logica prosecuzione, dopo la seconda guerra mondiale, della colonizzazione da parte<br />

dell’Occidente, Stati Uniti in cima alla lista, formalmente interrotta nella seconda metà del XX secolo.<br />

Per questo, ha proseguito Thion, ribadendo lo spirito del convegno, il presidente Ahmadinejad ha<br />

realizzato “una sorta di miracolo” nell’organizzare un incontro, interpretato come segnale positivo per<br />

“l’inizio di una nuova era”; un’ era in cui sia possibile mettere in discussione, almeno formalmente,<br />

l’ordine del mondo attuale. Un predominio che, secondo Michelle Renouf, storica revisionista amica di<br />

famiglia di David Irving, si baserebbe sulla presunzione giudaica della superiorità della religione di<br />

Abramo. “Sono contro Israele, non contro gli israeliani”, ha sintetizzato, in un intervento dai toni<br />

marcati concentrato sugli aspetti strettamente storico-religiosi della questione. Stesso punto di<br />

partenza, anche se per seguire un percorso totalmente diverso, di Taregh Ahmed, ricercatore dell’Al–<br />

Tajid Social and Cultural Society del Bahrain, che ha parlato di mito, non dell’Olocausto, ma dell’idea<br />

della ‘Terra Promessa’ per chiarire come la mistificazione che giustifica l’attuale vulnus nel Vicino<br />

Oriente sia da ricercarsi in tempo remoti.<br />

Posizioni e approcci variegati, dicevamo, l’unico denominatore comune è l’evidente opposizione,<br />

anche se per ragioni ovviamente differenti, al pensiero unico, cui Ahmadinejad sembra intenzionato a<br />

lanciare una sfida.<br />

http://www.aljazira.it/index.phpoption=content&task=view&id=862&Itemid=<br />

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