hiver - Historical Revisionism by Vrij Historisch Onderzoek
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——————————————————————> Conseils de révisions / <strong>hiver</strong> winter 2007<br />
Anche alcuni gerarchi nazisti hanno ammesso, ma si sono giustificati dicendo di aver agito in nome<br />
di un’autorità superiore.<br />
«I negazionisti sfruttano alcune premesse già poste dal nazismo, il mascheramento, l’uso di linguaggi<br />
cifrati nei documenti ufficiali (mai si parlava delle camere a gas), la mimetizzazione degli edifici dove<br />
veniva attuato lo sterminio. In tal modo i nazisti ponevano le basi per un diniego e i negazionisti si<br />
inseriscono all’interno di questa logica. La rilettura delle testimonianze serve appunto per questo<br />
scopo. La conoscenza storica è invece frutto di un lavoro molto più complesso ed articolato. Lo storico<br />
onesto sa che la singola testimonianza va inserita in un più ampio contesto. Nel caso della Shoah<br />
abbondano prove e testimonianze che puntano ad una ricostruzione coerente dei fatti. L’analisi dei<br />
negazionisti nasconde invece la tesi della “cospirazione ebraica”».<br />
Chi c’era al convegno di Teheran<br />
«C’erano i francesi Faurisson e Thion, gli americani David Duke e Bradley Smith, e altri minori..».<br />
Ahamadinejad ha nominato una commissione d’inchiesta sull’Olocausto..<br />
«È evidente l’uso che il presidente sta facendo del negazionismo che viene sfruttato in modo più palese<br />
di quanto possono fare gli stessi cultori di questa tesi in Occidente. Non c’è molto da dire, il<br />
negazionismo viene utilizzato per fini propagandisti per dimostrare che i sionisti vogliono realizzare<br />
un nuovo ordine mondiale. La tesi di fondo è che la Shoah non è mai avvenuta, le camere a gas<br />
sarebbero un'invenzione della propaganda alleata e sionista per estorcere alla Germania riparazioni di<br />
guerra con le quali finanziare Israele. Si tratta di tesi paranoiche».<br />
In Europa queste tesi potrebbero attirare consensi<br />
«Per controbattere e resistere al negazionismo vi deve essere un opinione pubblica critica. L’obiettivo<br />
dei negazionisti non è tanto quello di “convertire”, quando di dare l’impressione, fittizia ed erronea,<br />
che sia in corso un dibattito serio circa la realtà o meno dei campi di sterminio. Su questo piano<br />
potrebbero attirare persone ignoranti o propense ad accettare tesi antisemite. Negli ultimi tempi il<br />
negazionismo appariva in difficoltà, ripeteva sempre le stesse tesi, questo sbocco in Iran ha dato loro<br />
energia e vigore».<br />
L'Unità 16 Dicembre 2006<br />
http://www.dsmilano.it/test2/index.php/internazionale/2006/12/16/lteheran_ha_ridato_voce_ai_negazionistir<br />
SANTA SEDE<br />
La Santa Sede sulla Conferenza anti-Olocausto di Teheran:<br />
la Shoah è un'immane tragedia e un monito per le coscienze<br />
di Alessandro De Carolis<br />
“La Shoah è stata un’immane tragedia, dinanzi alla quale non si può restare indifferenti” e “la<br />
Chiesa si accosta con profondo rispetto e con grande compassione all’esperienza del popolo ebraico<br />
durante la Seconda Guerra Mondiale”. Con queste parole la Santa Sede ha preso posizione nei<br />
confronti della Conferenza in corso a Teheran, intenzionata a mettere in discussione l’orrore<br />
dell’Olocausto. “Il secolo scorso - si legge in un comunicato della Sala Stampa vaticana – è stato<br />
testimone del tentativo di sterminare il popolo ebraico, con la consguente uccisione di milioni di<br />
ebrei, di tutte le età e le categorie sociali, per il solo fatto di appartenere a tale popolo”. “Il<br />
ricordo di quei terribili fatti - prosegue il comunicato - deve rimanere un monito per le coscienze, al<br />
fine di eliminare i conflitti, rispettare i legittimi diritti di tutti i popoli, esortare alla pace, nella verità<br />
e nella giustizia”. La Sala Stampa della Santa Sede ricorda che la posizione della Chiesa<br />
sull’Olocausto è contenuta in un documento della Commissione per i Rapporti religiosi con<br />
l’Ebraismo, dal titolo: “Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah”. Lo stesso Giovanni Paolo II,<br />
conclude il comunicato, riaffermò questo pensiero il 23 marzo del 2000 quando si recò in visita al<br />
Memoriale dello Yad Vashem di Gerusalemme. E lo stesso Benedetto XVI lo ha ribadito il 28 marzo<br />
di quest’anno, durante il suo pellegrinaggio ad Auschwitz.<br />
Radio Vaticana 12 12 2006<br />
http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/Articolo.aspc=108008<br />
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