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Giulio Reload - Operaincerta.it

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stare da noi. Rientrare al vecchio appartamento disab<strong>it</strong>ato e silenzioso mi<br />

faceva tornare in mente il difficile periodo del mio arrivo in Francia.<br />

L’orologio sul muro, che scandiva il tempo vuoto e laconico della mia<br />

lontananza dalla Sicilia, era al suo posto e continuava pacificamente a<br />

ticchettare, insensibile come sempre al mio malessere. Le finestre<br />

continuavano a dare su una stradina tranquilla, dove la gente passava<br />

fottendosene tranquillamente dei miei problemi. La sensazione di<br />

trovarmi dentro un acquario, unico pesce rosso e sol<strong>it</strong>ario, tornava a<br />

prendermi alla gola come un peperonata diger<strong>it</strong>a male. Il trillo del<br />

c<strong>it</strong>ofono mi riportò alla realtà. Era Vera che incredibilmente era riusc<strong>it</strong>a<br />

a trovare parcheggio. Mi resi conto che molte cose erano cambiate nella<br />

mia v<strong>it</strong>a ultimamente e che non aveva senso attaccarmi ai miei malesseri<br />

solo per r<strong>it</strong>rovare le vecchie ab<strong>it</strong>udini.<br />

Vera fece il suo ingresso nell’appartamento e prese a girare per tutte<br />

le stanze come la coda di un tornado, lanciando gridolini di gioia e<br />

spalancando le tende in ogni stanza. Qualche raggio di sole cominciò<br />

quindi ad entrare timidamente per esplorare i luoghi fino ad allora<br />

sconosciuti. Il frigo si mise a ronzare con un’inflessione allegra che non<br />

aveva mai manifestato prima. E l’orologio, svegliato dal suo torpore,<br />

decise di cambiare impercettibilmente la frequenza del suo ticchettio,<br />

portandosi avanti di qualche secondo per festeggiare.<br />

Vera, fin<strong>it</strong>o il suo giro, mi si buttò fra le braccia:<br />

«C’est très joli, che carino qui! È perfetto.»<br />

«Non lo trovi un po’ triste? Un po malinconico?»<br />

«No, no. Anzi, mi piace molto. Bisogna solo mettere un poco di<br />

ordine.»<br />

«Davvero? Io pensavo che fosse fin troppo ordinato.»<br />

«Non ti preoccupare ci penso io. Tu però prepari da mangiare.»<br />

«Ma io so cucinare solo spaghetti al pomodoro...»<br />

«J’adore...»<br />

E aprì una delle valige che si rivelò essere una specie di forziere<br />

contenente un tesoro inestimabile di barattoli di salsa di pomodoro fatta<br />

in casa, pasta di ogni tipo e misura e derrate alimentari varie.<br />

«È un pensierino della mia mamma.» – disse – «Cosi per oggi non c’è<br />

bisogno di fare le spese.»<br />

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