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Giulio Reload - Operaincerta.it

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sonno e freddo. <strong>Giulio</strong> si rende improvvisamente conto di non avere,<br />

come aveva sempre supposto, la tempra del poeta romantico disposto a<br />

qualsiasi sacrificio pur di penetrare l’essenza della v<strong>it</strong>a. E che per giunta<br />

non gliene fotte neanche più di tanto di non avere la tempra del poeta<br />

romantico, né dell’essenza della v<strong>it</strong>a. Le uniche domande a cui avrebbe<br />

voluto trovare risposte erano quelle che riguardavano Vera e i discorsi<br />

dello zio Calo’ su famiglia e impegni matrimoniali. Ma anche a queste si<br />

sovrapponevano, come fastidiose pause pubblic<strong>it</strong>arie, le impellenze del<br />

freddo e del sonno. Inutile farsi illusioni, <strong>Giulio</strong> decide di approf<strong>it</strong>tare<br />

delle poche ore che gli rimangono per dormire. Le decisioni storiche,<br />

ancora una volta aspetteranno.<br />

«Mano in alto.» – sussurra una voce da oltre la siepe che circonda il<br />

giardino.<br />

«Come?» - risponde <strong>Giulio</strong> sussurrando, che, intont<strong>it</strong>o dal sonno, in<br />

effetti non ha cap<strong>it</strong>o.<br />

«Mano! In! Alto!» - ripete la voce con sussurri perentori.<br />

Aguzzando un po’ la vista in direzione della siepe, <strong>Giulio</strong> scorge una<br />

specie di tubo color canna di fucile che viene fuori dalle piante. Una<br />

canna di fucile, in effetti. Alza le mani istintivamente, obbedendo più alla<br />

prassi acquis<strong>it</strong>a dai vecchi western di Retequattro, che alle parole dello<br />

sconosciuto.<br />

«Chi sei? Che vuoi?» - urla sussurrando <strong>Giulio</strong>.<br />

«Avvicinati!» – risussurra l’altro.<br />

«No!»<br />

«Come no?»<br />

«No, non vengo.»<br />

«Ma io ti ho detto di avvicinarti!»<br />

«E io ho detto di no!»<br />

«Ma io ci ho il fucile!»<br />

«E io me ne fotto! Se spari ti sentono tutti e sei morto»<br />

«Minchia!»<br />

«<strong>Giulio</strong> abbassa lentamente le mani!»<br />

«Che vuoi da me?»<br />

«E come che voglio? E che debbo volere? Ti faccio prigioniero, ti<br />

porto dal capo, cosi mi lasciano libero e me ne pozzo tornare a casa.»<br />

«Libero? Perché, non sei libero?»<br />

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