Giulio Reload - Operaincerta.it

con espressione intimorita, come a cercare aiuto, portando
contemporaneamente la mano al cuore, trafitto da cotanto ardimento.
Vedendo che nessuno prestava attenzione al suo malessere e che
anche lo scostumato la guardava con aria interrogativa, la pina Pippì,
passò alla fase due. Si ribalanciò in avanti. Estrasse il dito indice dalla
mano destra e lo puntò dritto in faccia al suo persecutore. La sua voce era
come il sussurro di un tuono lontano che si avvicinava. «Io» - disse
puntando gli occhi sul viso del malcapitato - «protesto per quest’audace e
inopportuno tentativo d’irretimento a scopo copulatorio della mia
pirsona» .
«Io» - continuò - «la diffido dal manifestare verso di me medesima,
ntinzioni, paroli, e manco sguardi lascivi e libidinosi, che offendono e
firiscono la purità della mia anima timorata di Dio». E, pronunciando
queste parole, la sua mano eseguiva, con la velocità dettata dalla pratica
quotidiana, volteggi testa-petto-spalla-spalla, nei quali qualsiasi fedele
avrebbe riconosciuto il segno della croce.
«Ma io...» - protestò l’altro.
«E sia!» - riprese la pina Pippina, determinata a passare alla fase tre -
«Io l’avevo avvertita». Mise mano alla borsetta e ne estrasse lentamente il
liccasapuni 8 da passeggio. «Se vuoi il mio corpo, devi guadagnartelo. Ma
t’avverto, mai a lu munnu, avrai la mia anima timorata di Dio». E di
nuovo segno della croce. «Diavulu tentaturi!» concluse, con un sussurro
che ai più maliziosi poteva sembrare un’accenno di invito.
Il diavuli tentaturi, richiuse la bocca spalancata e ripartì da dove era
venuto, essendogli tornato in mente che urgentissime faccende da sbrigare
lo attendevano. Si allontanò di gran passo, mormorando qualcosa sui
«terun» 9 e «va dar via i ciap» 10 indeciso se chiamare la polizia. La pina
Pippì, rimise in borsa il liccasapuni. Contenta di aver fronteggiato
l’ennesimo tentativo luciferino di attentare al suo corpo, ma con una
punta di delusione. Non esistono più omini veri. Solo una volta, nel
quarantacinque, «beddu era e forti comi a Erculi, e niviru comi lu
cravuni.»
8 Coltello a serramanico.
9 Terroni.
10 Vaffanculo.
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