Giulio Reload - Operaincerta.it

«...Ma Mimì è sicuramente più libero e sensibile al vostro fascino. Poi
lui ha una certa esperienza nel lavoro di gruppo, eh Mimì?»
«Squadre di basket, dopolavoro ferroviario, non avete idea di come
siano affettuosi i ferrovieri.» - s’infervorò Mimì.
«E raccontagli di quella volta con i pompieri pallavolisti... »
«Mmmmmiodio che partita...»
Intanto che Mimì si perdeva nei ricordi, approfittai della distrazione
dei fratelli che si stavano immedesimando nella sua storia, per caricare a
testa bassa i giganti che ostruivano la porta e aprirmi un varco. I due
guardiani quasi non si accorsero di me quando rimbalzai per terra.
«Assez! Basta! Dacci la lista!» - urlò il tipo sfoderando il coltello.
Io e Mimì ci guardammo atterriti.
«Di che lista parli? Picciotti non scherziamo. Mi sa che avete sbagliato
persona.»
«Non abbiamo sbagliato niente» – mi urlò in faccia il tipo.
«Dacci la lista!» - e mi puntò il coltello alla gola.
«Ma io non lo so di che stai parlando. Diglielo tu Mimì» – urlai
disperato.
«Sì, in effetti...» - stava bofonchiando Mimì, quando un urlo ci colse
tutti di sorpresa.
«Tottigoool!!!!»
Da dietro ai due guardiani della porta si fece largo un altro
marcantonio che avanzava deciso verso di me. Questo somigliava agli altri
ma aveva un’aria familiare.
«Mi conosci Missiè?»
«Mi pare di sì, però...»
«Tu mi hai dato la benzina, e saluti Tottigol per me, ricordi Missié?»
«E come no? Appena lo vedo, non mancherò.»
«Missié come stai, tutto posto?»
«Insomma... se tuo fratello mi potesse togliere il coltello dalla gola...»
Il marcantonio assestò una pizza al tipo col coltello e cominciò a
urlargli parole incomprensibili. Quest’ultimo abbassò il coltello e se ne
uscì dal locale con aria da cane bastonato.
«No fratello Missié, lui cugino a me, loro tutti cugini.»
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