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«Minchia! - e si sbrigò a rimettere la sigaretta nel pacchetto.»<br />
«Scherzo, non ci sono cecchini.»<br />
«E vaffanculu Corra’!»<br />
«Lo vuoi conoscere a tuo zio?»<br />
«‘U ziu Calo’?» - chiese <strong>Giulio</strong>.<br />
Come se le sue parole avessero evocato un fantasma, lo zio Calo’<br />
emerse dall’ombra, pallido alla luce lunare, producendo in <strong>Giulio</strong> un<br />
certo sgomento che tradusse in una veloce toccatina di palle.<br />
«Bonasira.» – disse il fantasma.<br />
«Bonasira.» – rispose <strong>Giulio</strong>. Un silenzio fatto di grilli e di ronzii<br />
s’intromise fra i tre e rimase li ad aspettare per qualche secondo.<br />
Lo zio Calo’ fu il primo a parlare:<br />
«Vossia mi deve scusare se ho procurato tanto disturbo.»<br />
«Ma le pare.» – rispose <strong>Giulio</strong> educatamente. Ancora grilli.<br />
«Veruzza mi cuntò tutti pericoli passati. Sono riconoscente assai –<br />
riprese u ziu Calo’.<br />
«Si figuri.» – tornò a rispondere <strong>Giulio</strong> . Grilli.<br />
«Sir<strong>it</strong>ina umida.» – insisté lo zio Calo’.<br />
«Mmmm.»<br />
Ai grilli non sfuggì il fatto che in realtà a <strong>Giulio</strong> lo zio Calo’ stava<br />
sulle palle per diversi motivi. Intanto perché era all’origine di tutta quella<br />
storia, poi perché aveva fatto soffrire Vera fingendosi morto e infine<br />
perché quando Vera l’aveva r<strong>it</strong>rovato si era scordata di lui. Il dibatt<strong>it</strong>o<br />
grillesco che ne seguì fu lungo e appassionato e riempì il silenzio fino a<br />
quando lo zio Calo’ non si decise a riprendere la parola affermando:<br />
«Bonanotti.»<br />
«Bonanotti.» – rispose <strong>Giulio</strong>.<br />
«Bonanotti.» – fece eco Corrado.<br />
«Aspetti!» - fece <strong>Giulio</strong>, un attimo prima che ‘u ziu Calo’ entrasse in<br />
casa. Il vecchietto si fermò sulla soglia. Più <strong>Giulio</strong> lo guardava e più si<br />
sentiva uno stronzo a maltrattarlo così. Un vecchio signore canuto e<br />
magro, vest<strong>it</strong>o in giacca e cravatta. Gli ricordava un po’ suo nonno e un<br />
po’ un insegnante in pensione, di quelli che la pensione l’avevano sub<strong>it</strong>a e<br />
che non si erano ancora rassegnati ad aspettare la morte davanti alla tivù.<br />
Vossia mia deve scusare, ma sa... la stanchezza... e poi con tutto<br />
quello che è successo... e poi Vera non so neanche che fine ha fatto<br />
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