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Lo scampanellio del tram a cui stavo ostruendo il passaggio mi riportò<br />
alla realtà e il gesticolare furioso del conducente mi fece capire che avevo<br />
appena rallentato di qualche secondo il perfetto meccanismo dell’organizzazione<br />
c<strong>it</strong>tadina strasburghese. Per la prima volta dopo tanto tempo<br />
mi sentii soddisfatto di me e offrii al conducente quello che in Francia<br />
chiamano bras d’honneur e in Italia gesto dell’ombrello.<br />
La calma sparì di colpo per fare posto alla furia. Ripresi ad accelerare<br />
il passo e oramai quasi correvo. A ogni centimetro che mi separava da<br />
casa corrispondeva un dubbio che mi si affollava nel cervello. Immagini di<br />
tradimenti e di vendette mi si sovrapponevano in testa come in un brutto<br />
fotomontaggio. Vera, mio fratello, Mimì. Perché non ne sapevo niente?<br />
Cos’è che non sapevo? Salii le scale a perdifiato quando ormai la mia<br />
mente osp<strong>it</strong>ava solo pensieri di mar<strong>it</strong>i trad<strong>it</strong>i e del<strong>it</strong>ti d’onore. Il siciliano<br />
con coppola e baffetti che sonnecchiava dentro di me aveva preso il<br />
controllo e avanzava deciso, scopetta alla mano.<br />
Feci irruzione nell’appartamento col viso congestionato dai tre piani<br />
senza ascensore e dalla furia dei cattivi pensieri. Urlai.<br />
«Vera!!!»<br />
«Sono in cucinaaa»<br />
«Bene!» - sorrise cattivo il siciliano.<br />
Lei stava vicino ai fornelli. Preparava la guarn<strong>it</strong>ura di non so che<br />
piatto. Canticchiava in francese. Una ciocca di capelli sfuggiva<br />
ostinatamente all’elastico che legava il resto della chioma rossa. -<br />
Rossofuococalmo - Mi ricordai. La sua figura era completamente avvolta<br />
in un odore delizioso e fragrante, un odore che conoscevo bene, talmente<br />
forte da appannare i contorni della sua immagine.<br />
«Cosa stai preparando Vera?»<br />
«Pasta al forno. Lasagne.»<br />
«Ecco perché l’odore mi è familiare» - pensai - «È lo stesso odore delle<br />
lasagne di mia madre. ‘A pasta o furnu! Quella della domenica.»<br />
Il siciliano dentro di me buttò a terra la scopetta e si r<strong>it</strong>irò commosso.<br />
La presi tra le braccia e rimasi così, allacciato a lei per qualche momento.<br />
«C’è qualcosa che non va <strong>Giulio</strong>?» - mi chiese lei confusa dal mio<br />
modo di fare.<br />
«No, no tutto bene. Adoro le lasagne!»<br />
«Che bello! Allora prepara la tavola che fra poco è pronto »<br />
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