Giulio Reload - Operaincerta.it

Ventinove
Corrado nel giro della mafia, era proprio una cosa inverosimile. Era
stato lui a portarmi alle manifestazioni contro la mafia. Era stato lui a
scrivere delle collusioni del sindaco con la mafia locale. Era stato lui ad attirare
le fucilate intimidatorie sul portone di casa. Era stato lui a sentirsi
in dovere di partire per non coinvolgere la famiglia in quelle storie. Proprio
non poteva essere che ora fosse passato coi mafiosi. C’era sicuramente
una spiegazione plausibile. Alzai finalmente gli occhi dalla tazzina di
caffè ormai vuota e con lo sguardo cercai Mimì. Lui era dietro il bancone
insieme ad Agatina. Entrambi mi fissavano con espressione contrita. Li
avevo trattati male nell’ultima mezzora, cacciandoli a male parole ogni
volta che si avvicinavano. Feci cenno a Mimì di raggiungermi fuori. Avevo
bisogno di un po’ d’aria, di una sigaretta e di una spiegazione.
«Mimì» – cominciai – «cuntami tutto dall’inizio.»
«In principio era il caos...»
«Porcamiseria Mimì! Non mi prendere per il culo!» - urlai.
«E allora cuntatela da solo...» - mi fece l’espressione offesa e si girò,
dandomi le spalle.
Era una situazione talmente inverosimile che nonostante il sangue mi
andasse alla testa per la rabbia non trovai parole per replicare. Dopo qualche
minuto di silenzio, mi rassegnai:
«Vabbé, racconta Mimì, racconta come vuoi tu, basta che parli.»
Lui tornò a girarsi verso di me e con espressione giuliva riprese:
«Allora, dicevo, in principio era il caos. All’inizio quando gli emigranti
italiani arrivarono all’estero: in Francia, in Germania, in America,
era un gran casino. Ti parlo delle ondate di migranti della fine del secolo
scorso e dell’inizio del novecento. Gli immigrati arrivano e non avevano
nessun riferimento sociale. Erano bestie da lavoro e basta. I sindacati non
c’erano o erano deboli. Non c’erano associazioni di italiani o servizi di accoglienza
per gli immigrati. Niente. I più fortunati avevano amici o conoscenti
che si erano già impiantati, gli altri niente. Solo la fame e l’istinto di
sopravvivenza. Ti puoi immaginare quello che succedeva. Conflitti con le
popolazioni locali, chi si metteva a rubare, sfruttamento, schiavitù, chi si
dava al racket, razzismo, insomma proprio un caos in cui i più deboli non
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