Giulio Reload - Operaincerta.it

«Perché mi ero pentito»
«Di che ti eri pentito? Ti sei confessato?»
«In un certo senso. Ho tradito la famiglia e ho raccontato ai carabinieri
tutto quello che sapevo»
«Cazzo! E me lo dici cosi?»
«E come te lo devo dire, cantannu?!»
«No ma è una cosa riservata, pericolosa. Mica lo racconti al primo
che passa. E se fossi una spia?»
«Con la tua faccia? Con quella foto sulla carta d’identità? No, penso
di poter correre il rischio»
«No, sì... voglio dire. E come funziona, ti hanno dato una nuova
identità? Per questo sei qui?»
«Ma che dici? Tu guardi troppi film. Non mi hanno dato niente. Le
informazioni che gli ho dato non erano abbastanza importanti. Però quelli
che ho sputtanato non hanno gradito e ho avuto, diciamo, qualche problemino.
Cosi me ne sono scappato via»
«La tua famiglia t’inseguiva»
«I miei genitori mi hanno perdonato e hanno inventato la balla della
clinica per coprirmi, ma il resto della famiglia si è incazzato parecchio» «E
ora che fai? Come fai? Voglio dire che succede? Che facciamo?»
«Niente, fra mezzora riprendo il lavoro che se no mi licenziano»
«Ma com’é che ti è venuto di pentirti? Sembravi un ragazzo a posto?»
«Mah... Allora uscivo da un brutto periodo. Avevo avuto un’esperienza
deludente con il gruppo di Osho. Il mio karma era incasinatissimo.
I chakra chiusi»
«Era una banda di vastasi? Non me lo ricordo sto Osho. Forse era di
Catania...»
«Una specie, solo che facevano meditazione. Avevo anche visto un
paio di consulenti filosofici, ma niente da fare. Cosi mi buttai a pesce sul
buddhismo»
«Sì, so cosa vuoi dire. Pensa che io all’epoca uscivo con qualche madonnaro.
Due coglioni! Like a virgin a palla tutto il tempo. Non ti dico
poi gli scontri con i dark o con i duraniani. Che brutta gente! Senza coscienza
proprio...»
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