Giulio Reload - Operaincerta.it

«Ma come chi è? Non riconosci la famigghia?!»
Riconobbi la voce di mio fratello. Non lo sentivo da qualche mese.
Era sempre in giro per lavoro.
«Corrado?!»
«E certo! Maccarruni!»
«Ciao! Minchia, scusami, pensavo fosse qualcun altro.»
«Vabbé, vabbé, lascia stare. Mi pare che ci siano problemi dalle tue
parti.»
«Ma no, niente di particolare. Mi sono licenziato e il mio capo vuole
spaccarmi faccia.»
«Al solito insomma...»
«Sì, sì, tranquillo, se sopravvivo, magari trovo il tempo per venirti a
trovare. A proposito dove stai adesso?»
«Al nord. In Europa. Dove i capi ufficio non minacciano i
dipendenti.»
«A Milano? Sai che festa!»
«No, più a nord. A Strasburgo.»
«Ecchiminchia ci fai a Strasburgo?»
«Eh caro mio... ci sono più cose in cielo e in terra che non ne sogni la
tua filosofia...»
«Chi dicisti?»
«Lascia stare poi ti spiego. Tu piuttosto, che farai ora? Devi trovarti
un lavoro, no?»
«Ehi calmati! Fammi godere un attimo l’idea della disoccupazione.
Minchia, non ho ancora passato neanche una mattinata al bar a giocare a
biliardo con altri disoccupati incazzati e frustrati. La gioia del tempo
sprecato, le chiacchierate durante le code inutili all’ufficio di
collocamento, il piacere di potermi lamentare della congiuntura
economica. E tu vuoi togliermi queste soddisfazioni? Finalmente rientro
nella categoria di professionisti per la quale la Sicilia è rinomata in tutto il
mondo. Ma tu lo sai da quanto tempo è che i politici ce la mettono in
quel posto in nome della lotta alla disoccupazione e del posto di lavoro?»
«Finiscila di dire minchiate Giulio. Come lo paghi l’affitto?»
«Tu che proponi? Mi mandi un po’ di soldi?
«Ti propongo un lavoro.»
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