Giulio Reload - Operaincerta.it

E cominciò ad urlare ai cugini in quella lingua bizzarra. Tutto i
cugini uscirono dal bar andando ad aspettare fuori, con l’aria triste e
abbattuta. Sembravano bambini che aspettavano una punizione.
«Ma che volevano da me?»
«Non so, missié. Loro altro ramo di famiglie. Loro un po’ scemi.»
«Puoi chiederglielo?»
«Uscì fuori e presero a parlottare fra loro. Pareva chiaro che il mio
salvatore fosse una sorta di capo o comunque di notabile della tribù.
Ritornò dopo qualche minuto.»
«Loro vogliono lista, Missié. Loro ordine di prendere lista. Non
vogliono dire chi ordina. Io non posso sapere di più, Missié, il lavoro è
lavoro.»
«Vuoi dire che la vostra etica professionale ti impedisce di avere
informazioni sul lavoretto che erano stati incaricati di fare?»
«Bravo Missié. Tu intelligente come Totti.»
«Vabbé, lasciamo perdere...»
«Guardandolo meglio, quel ragazzone cominciava a starmi simpatico,
poi probabilmente gli dovevo la vita, anche se non avevo capito che lista
volessero da me.»
«Senti...»
«Leo.»
«Come?»
«Leo, io chiamo Leo, Missié.»
«Senti Leo, io ti ringrazio per il tuo intervento. Non so come sarebbe
finita senza di te. Ma puoi chiedere ai tuoi cugini di starmi lontano. Non
che non siano simpatici, per carità...»
«No preoccupati Missié. Io spiegato che tu amico di famiglia e di
Tottigol. Loro più jamais ti daranno fastidio, loro fanno scuse a te e
Tottigol.»
«Grazie, stai tranquillo che appena vedo Tottigol gli spiego il
malinteso.»
Lo guardai ancora.
«Senti, un’ultima cosa: ma com’è che tu parli italiano così ... e loro
parlano meglio... voglio dire, com’è che il vostro italiano è così diverso?»
«Ah, questo. È che loro ignoranti, Missiè, loro no studiato. Per
questo io capo, Missiè.»
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