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Da dietro, io assistevo alla scena: una bambina che cerca di<br />
abbracciare un albero.«Pina...» - riuscì a dire Pietro, atton<strong>it</strong>o e semi<br />
soffocato dall’abbraccio, mentre si chiedeva com’è che una donna cosi<br />
curta e sicca potesse avere tanta forza.<br />
«Non vuoi entrare, Pina?»<br />
La Pina Pippina si ricompose, asciugandosi di nascosto qualche<br />
lacrima. Entrò con passo fermo nell’appartamento, ispezionandolo con lo<br />
sguardo. La sua espressione tornò a farsi torva.<br />
«Assettati» - disse Pietro, sbarazzando una sedia - «Ti preparo nu<br />
café?»<br />
«Grazie» - fece asciutta la Pina.<br />
«Questo è <strong>Giulio</strong>» - disse Pietro armeggiando con la moka -<br />
«siciliano è.»<br />
«Piacere». La mia mano restò inutilmente tesa nel vuoto.<br />
«Conterraneo?!» - chiese la pina Pippina, serrando le mani sulla borsa,<br />
come si trovasse di fronte ad uno scippatore.<br />
«Provincia di Ragusa» - e r<strong>it</strong>irai la mano.<br />
«Provincia babba!» - replicò secca la Pina.<br />
«Ma...»<br />
«Il motivo della mia presenza, in questa peccaminosa garçonniere...» -<br />
tagliò corto la pina Pippina.<br />
«Pina... è solo un’atelier di p<strong>it</strong>tura...»<br />
«Z<strong>it</strong>to! Debosciato!»<br />
«...»<br />
«Venni qui, in quanto ambasciatrice.»<br />
«Pardon?»<br />
«Ambasciatrice sono. Ambasciatrice di un messaggio di tuo zio. Il<br />
Professore ragionier Lo Giudice Calogero»<br />
«Ah! U zu’ 12 Calo’! E come sta?»<br />
«Il messaggio... postumo è!»<br />
«Il est mort?!! È morto lu zio Calo’?!»<br />
«Incidente di autobusso!»<br />
«Oh Merde! Merde! Merde!»<br />
«Non dire parole vastase davanti a mia!»<br />
12 Zio.<br />
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