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Giulio Reload - Operaincerta.it

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Quarantasei<br />

Il ronzio silenzioso del motore invadeva la cabina, sornione come le<br />

fusa di un gigantesco gatto. Sotto di me nuvole bianche e inutilmente soffici<br />

passeggiavano nel cielo azzurro, fissandomi, ipnotiche, attraverso il finestrino.<br />

Avevo a più riprese provato a prendere sonno ma non c’era stato<br />

niente da fare. Forse erano gli onnipresenti colori della compagnia low<br />

cost che mi rendevano nervoso: il giallo e il blu di cui erano fatte poltrone<br />

e i suppellettili, comprese le hostess e gli stuart. O forse erano le facce del<br />

personale di bordo che sembravano incazzate come quelle di qualcuno<br />

che avesse una busta paga low cost. Fatto sta che mi sentivo poco rassicurato<br />

a viaggiare in quell’aereo che avevamo pagato così poco. Eravamo<br />

part<strong>it</strong>i da Baden-Baden, poco distante da Strasburgo, da qualche decina di<br />

minuti appena. Fosse stato per me avremmo preso il treno. La prima volta<br />

in Francia ci ero arrivato in treno e poi ci ero affezionato ai viaggi in<br />

treno: si ha il tempo di prendere coscienza delle cose, dei cambiamenti di<br />

paesaggio e di coscienza. Vera però aveva insist<strong>it</strong>o per l’aereo. Dice che lei<br />

c’era ab<strong>it</strong>uata e che mi avrebbe sostenuto durante il volo. E invece, sub<strong>it</strong>o<br />

dopo il decollo, aveva slacciato la cintura di sicurezza, mi aveva sorriso<br />

come a dire: non ti dispiace vero? E si era sdraiata, mettendo la testa sulle<br />

mie gambe. Io inizialmente avevo frainteso, facendomi prendere da fantasie<br />

erotiche adolescenziali e immaginando chissà quale prestazione sessuale<br />

ed ero rimasto senza parole. Stavo quasi per dirle che non si poteva, che<br />

c’era troppa gente. Poi però mi sono accorto che ronfava generosamente e<br />

ho prefer<strong>it</strong>o non dire niente. Il peggio era che non mi ero portato niente<br />

da leggere per distrarmi. L’unica fonte di svago era guardare fuori dal finestrino.<br />

Che inizialmente sembra tutto cosi magico, t’immagini di poter<br />

camminare sopra le nuvole, ti poni domande filosofiche e via di questo<br />

passo.<br />

Ma dopo poco il paesaggio diventa monotono e in pratica resti solo<br />

con i tuoi pensieri. Ora, io non è che di pensieri ne avessi pochi.<br />

Considerato come erano andati gli ultimi giorni ne avevo di cose da<br />

ripensare; ma avrei prefer<strong>it</strong>o non pensarci più, ne avevo abbastanza di<br />

tutta quella storia. A cominciare dal mio ex capo, quello della cantina in<br />

cui facevo il ragioniere. Pare che dietro tutta questa faccenda della lista e<br />

della mafia ci fosse lui. Me lo sono r<strong>it</strong>rovato davanti, poco dopo essere<br />

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