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Trentasette<br />
La pina Pippì mi squadra con un’espressione che conosco assai bene.<br />
Il suo aspetto non è cambiato in niente. Minuta. Dr<strong>it</strong>ta e micidiale come il<br />
chiodo che conficcarono nella croce di Cristo; un rosario eternamente arrotolato<br />
al polso che sospetto utilizzi come arma di difesa personale; intensamente<br />
vest<strong>it</strong>a di nero, testimonianza di un lutto permanente e senza<br />
scampo per l’uman<strong>it</strong>à peccatrice tutta; lo sguardo affilato geneticamente<br />
modificato per sorvegliare, attraverso persiane accostate, i traffici notturni<br />
di giovinastri senza pudore che si sbaciucchiano per strada. Prendo il coraggio<br />
a due mani e mi avvicino per salutarla. Azzardo un “Vossiabenedica”.<br />
Per tutta risposta lei mi si para davanti minacciosa.<br />
«Ecco, ora attacca con gli insulti», mi dico.<br />
Lei invece mi butta le braccia al collo. Al collo si fa per dire, perché la<br />
pina Pippì, tolto orgoglio e superbia, misura sì e no un metro e trenta.<br />
Mi butta le braccia ai fianchi; insomma inaspettatamente mi abbraccia. Io<br />
resto un po’ amminchialuto, non so che fare e di riflesso ricambio l’abbraccio.<br />
È come stringere un neonato, con quel misto di tenerezza e di<br />
paura di fargli involontariamente del male. Lei sembra avvertire quello<br />
che mi passa per la testa e con movimento rapido si divincola e r<strong>it</strong>orna<br />
nella sua ab<strong>it</strong>uale posizione di guardia.<br />
«Giovanotto» – attacca con tono distante – mi dicono che tu saresti<br />
lo spasimante della mia niputedda...»<br />
«In effetti io...»<br />
«Muto! Parro io! Se idda ti vuole avrà le sue buone ragioni e io non ci<br />
metto lingua. Ma bada! Giovine scavizzacollo, bada...»<br />
«Bada cosa?»<br />
«Tu bada...» – e s’infila la mano nel breve spazio scoperto fra il collo<br />
e il petto che dà accesso al reggiseno, tirandone fuori il suo liccasapuni da<br />
passeggio - «... bada!»<br />
A quel punto interviene Vera che mi tira via per un braccio con la<br />
scusa di volermi presentare ad alcuni amici.<br />
«Ma quali amici?! Proprio ora che comincio a familiarizzare con la<br />
pina Pippì...»<br />
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