Giulio Reload - Operaincerta.it

«Ma se è cosi, era una specie di loggia massonica, o di setta segreta, mi
pare assurdo... »
«No, niente di tutto questo. Erano persone semplici, del popolo. Il
panettiere, il macellaio, il maestro, l’insegnante d’italiano. Ricordati che
l’insegnante d’italiano ha svolto un ruolo molto importante per queste
comunità. Poi loro non gestivano potere, affari o religioni, semplicemente
proteggevano le loro famiglie.»
«Vabbé e la lista? »
«Ti dicevo che loro non potevano affrontare direttamente i
malavitosi, allora si infiltravano nei punti chiave della comunità e del
malaffare, e intervenivano al momento opportuno con azioni di
sabotaggio. Questi infiltrati venivano chiamati angeli protettori o
cavalieri. Ognuno di loro conosceva solo la persona che l’aveva reclutato.
Pochissimi conoscevano tutto l’organico e questi pochi erano in possesso
di una lista completa degli angeli.
«Che quindi è la lista che abbiamo adesso noi.»
«Esatto.»
«Quindi ‘u ziu Calogero, tuo padre, era uno dei vertici
dell’organizzazione, e quando è morto ha trasmesso la lista a Vera.»
«Sì, lui era un angelo. Si era infiltrato per proteggere la comunità in
Lorena, poi è stato scoperto ed è tornato in Sicilia sotto un’altra
copertura. Prima di partire aveva affidato la lista a un amico avvocato,
uno fidato, fuori da qualsiasi giro, con la consegna, alla morte di mio
padre, di spedire la lista a Vera. L’avvocato non avrebbe dovuto desistere
dalla sua missione per nessuna ragione al mondo, neanche se fosse venuto
mio padre in persona a riprendere la lista.»
«Aveva paura dei ricatti della malavita.»
«Sì e quindi alla sua morte l’avvocato eseguì la volontà di mio padre.»
«Ma a Vera la lettera l’ha portata la Pina Pippì e non l’avvocato.»
«Giusto, in effetti nel frattempo l’avvocato amico di mio padre era
morto e lo studio era passato al figlio. Questo piuttosto che perdere
tempo e soldi a cercare l’indirizzo di Vera e recapitare la lista, decise di
affidarla alla persona più prossima dello zio Calogero, con preghiera di
recapitarla a Vera.»
«Possibile?»
«Lo studio dell’avvocato era in Sicilia.»
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