Giulio Reload - Operaincerta.it

ma lì mi trovai davanti il punkabbestia e il suo cane che mi ringhiava
contro.
«Muto Rintintin!» - fece il punk e la bestia si quietò.
«’Mpare, ti possiamo offrire un caffè?!» - disse l’ubriacone che aveva
ritrovato uno splendido accento catanese.
«No, grazie, picciotti, avrei un appuntamento. Come se avessi
accettato...»
«Avanti! Non fare il cretino! - disse il metallaro spingendomi verso
un vicolo vicino.»
Una volta dentro il vicolo deserto fu il punkabbestia a parlare: -
«Accorciamo le chiacchiere. Fuori la lista!»
«Che lista?» - risposi. Il metallaro tirò fuori dalla tasca un oggetto da
cui scattò fuori una lama scintillante.
«La lista!» - disse poi. -
«Ah, la lista...» - mi ricordai io.
«Forza! Tirala fuori!»
«Mi dispiace picciotti, ma io non ce l’ho. Vi pare che me ne vado a
spasso con la lista...» - il metallaro fece un cenno agli altri due e questi mi
si buttarono addosso. Uno mi bloccò a terra mentre l’altro mi perquisiva
tutte le tasche e Rintintin mi leccava la faccia. Alla fine tirarono fuori una
busta bianca con dentro un foglio: la lista.
«Pezzo di merda!» - riprese il metallaro – «Ah! Non ce l’avevi la lista!
Ora ti fazzu... - mi afferrò per il collo, mentre nell’altra mano il suo
coltello luccicava minaccioso.»
In quel momento da una finestra del primo piano del palazzo di
fronte si affacciò una signora:
«Eh! Vous! Et alors?! Allez vous bagarrer ailleurs!» 28
«Ta gueule, la vieille! Casse toi!» 29 - rispose il punkabbestia.
«Bande de drogués! Sales jeunes! Et arabes en plus! J’appelle la police,
moi! Poliiice! Poliiice!» 30
«Amuninni picciotti!» - fece il punk e in un attimo sparirono tutte e
tre dalla vista, lasciandomi a terra con Rintintin che continuava a leccarmi
la faccia e a scodinzolare.
28 Ehi! Voi! E allora?! Andate ad azzuffarvi altrove!
29 Zitta, vecchiaccia!Vattene!
30 Banda di drogati! Giovinastri! E pure arabi! Chiamo la polizia, io! Poliziiiia! Poliziiiia!
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