Giulio Reload - Operaincerta.it

Pietro che preso da un attacco di panico non si ferma al posto di blocco e
accelera e la polizia ci insegue a bordo della sua Giulietta sparando contro
il portabagagli e colpendomi a morte. Ma il cullare della macchina ebbe la
meglio su tutto e la musica si trasformò in immagini e suoni irreali.
Lentamente, fuori dal finestrino, emersero centinaia di contadini che
smettevano di lavorare per osservare il nostro passaggio. Fra questi riuscii
a distinguere le facce sorridenti dei miei genitori; un paio di vecchi amici
che si fumavano uno spinello distesi sotto un albero; un vecchio signore
con la giacca, che ebbi la sicurezza fosse il Prof. Rag. Calogero Lo
Giudice; il commissario Merli 13 che chiedeva patente e libretto ai miei
amici e Vera che con molta naturalezza correva a lato alla macchina come
nel finale di un film americano. Stavo per farle ciao ciao con la manina,
quando il silenzio mi svegliò.
«Ho spento la musica. Ho visto che dormivi» - mi disse Pietro.
«Vafanc….» - grugnii mentre mi rimettevo a posto le ossa che si erano
un po’ mischiate.
Ma neanche il tempo di finire la frase che già la Pina Pippì mi
aggrediva:
«Malarucatu e vastasu!» 14 - io senza caffè quando mi sveglio non
ragiono dritto. La gente che mi conosce lo sa e evita di rivolgermi la
parola o si affretta a offrirmi un caffè e tutto fila liscio. Suppongo che il
caffè abbia su di me un effetto civilizzante, nel senso che la caffeina
rimette in contatto il mio siciliano interiore e sarbaggio 15 con la
civilizzazione. Quel siciliano terribile che tutti nell’isola cercano di tenere
a bada con risultati più o meno felici. Quello delle sciàrrie 16 della
sindrome dell’agguato 17 delle stragi… Quell’omino basso, tarchiato, con
coppola e scopetta che se ne sta appollaiato sulla nostra coscienza
collettiva come un grazioso avvoltoio e che spiega le ali nei momenti più
13 Protagonista di film polizieschi italiani degli anni settanta.
14 Maleducato e delinquente.
15 Selvaggio.
16 Risse.
17 Malattia mentale, diffusa fra gli abitanti di zone ad alta densità mafiosa, che induce comportamenti paranoici: mai
dare le spalle alla porta, scrutare costantemente lo specchietto retrovisore, tenere occhi e orecchie aperte nei luoghi
pubblici…
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