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«Non necessariamente» – interruppe lo zio Calo’ – «forse non lo sanno o forse gli possiamo fare credere il contrario.» «Che cosa viene a dire zio Calo’?» – chiese Giulio. «Per esempio, se ci va uno di cui si fidano. Uno di loro. E ci dice che qui siamo tutti sereni e tranquilli e che possiamo tenere ancora per settimane. Anzi ci divertiamo a stare così tutti insieme.» Nel dire questo lo zio Calo’ si girò a guardare Turiddu, che ricambiato lo sguardo annuì: «A disposizione vostra!» «Non mi convince zio Calo’» – intervenne Corrado – «perché dovrebbero cascarci? Perché dovrebbero credergli, dopotutto non è uno di loro, è uno arruolato con la forza. E anche quando gli credessero, perché poi quelli dovrebbero accettare di scendere a patti?» «Perché Turiddu racconterà di essere fuggito miracolosamente e si porterà dietro un prigioniero, un regalo per i suoi amici, che proverà la sua buona fede. Uno di noi, uno che per noi vale molto e per il quale, come abilmente suggerirà il nostro Turiddu, potranno chiedere uno scambio: il prigioniero contro la lista.» «Ma zio» – riprese Corrado – «così che ci guadagnano? Gli consegniamo un prigioniero e poi gli dobbiamo pure dare la lista!?» «Nonzi, Corrado» – continuò lo zio – «perché un gruppo di loro, sicuramente quelli che comandano, sarà impegnato da qualche parte a contrattare con noi. Ma nel frattempo Turiddu, che si era fatto seguire da Lorenzo e dai suoi, farà il modo di aprire la strada per un’ incursione dei nostri, e ci voglio dentro pure Tottigol e i suoi zingari, che in quattro e quattr’otto neutralizzano sti figghibbuttana e liberano il prigioniero.» «Minchia!» - fece Corrado. «Minchia!» - ripeté Giulio. «Il capo!» - disse Turiddu. «Il capo?» - chiedemmo in coro. «Il capo c’è!» - continuò Turiddu. «Spiegati meglio Turiddu.» – disse lo zio Calo’. «Prima di venire qua, ho sentito dire che era venuto direttamente il capo dei capi a dirigere le operazioni.» 170
«Ah!» - esclamò lo zio Calogero, alzandosi in piedi – «finalmente! Così lo fottiamo una volta per tutte, stu curnutu! È una vita che aspetto! Forza picciotti che stavolta la facciamo finita per sempre!» Giulio, aveva seguito attentamente il discorso. Il suo cervello era occupato a calcolare come un programma di scacchi mosse e varianti. Si rendeva conto che la cosa era fattibile ma che era estremamente pericolosa per la persona che avrebbe fatto il prigioniero. E quella persona doveva essere scelta fra chi si trovava attorno a quel tavolo. Lorenzo e Tottigol avrebbero dovuto guidare l’incursione. Mimì non era abbastanza importante nella faccenda e u ziu Calo’ lo era troppo. Restavano Vera, Corrado e lui stesso. «Lo faccio io il prigioniero.» – disse, alzandosi in piedi. 171
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GIANNI FAILLA GIULIO RELOAD operain
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Uno Sonnecchiavo tranquillo. Un fil
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Due La sera stessa chiamai i miei a
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fluivano al ritmo dei Pink Floyd, c
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parla la Bibbia, quando ci descrive
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«Ah Bruto, tu quoque... vedi che l
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- Dacci oggi la nostra nicotina quo
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abituali: famiglie delle città vic
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giornate di sole sono una festa per
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La nuvola era soffice e dava sensaz
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specie di armadi che si trovano in
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Sei E mi svegliai. Per tutta la mat
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L’ascoltai. C’erano decine di p
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Il sole si spegneva lentamente nel
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«Ti giuro che non è per niente fa
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«Macché non so in che città abit
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africana. Padre, madre, due figli p
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ischia di incontrare la spalla del
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Ora, sono due giorni che non esco d
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«La che?!» «La lumiera! La luce!
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del corpo insegnante, che ad una re
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Quel giorno il Professore non aveva
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Quindici La pina Pippì 6 arrivò a
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Andare a prendere il caffè mattuti
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Da dietro, io assistevo alla scena:
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Sedici «Bon» - fece Pietro - «Al
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Pietro che preso da un attacco di p
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Diciassette Pietro non mi aveva mai
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«In effetti mi sento poco bene» -
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«No, vicine di casa» - mi rispose
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Diciannove Fui installato nella cam
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stava chiusa nella sua camera a cha
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Venti Passeggiavo per la città sen
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gente che incontravo mi pareva di c
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«Ti chiedo scusa. Ma al momento no
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«Già. Comunque sia. Mi ero convin
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dentro di me e decisi di prendere u
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Ventitre Dopo un’ampia dose di ra
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famiglia. Decido di andare con loro
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ottimo umore. Sprigiono onde di ene
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«Si!» - mi girai scoraggiato. «M
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Vera aveva tradotto il mio curricul
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A un tratto mi sentivo allarmato. U
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potevano votarsi a nessun santo, da
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francese e dalla cultura repubblica
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cadevano nel vuoto e i due tipi con
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