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dentro di me e decisi di prendere una decisione. Andare via sarebbe stata<br />
la cosa migliore. Gesto nobile, le beau geste, come dicevano i francesi. Lasciarle<br />
vivere la sua felic<strong>it</strong>à con l’altro, in nome dell’amore che provavo<br />
per lei. Che meraviglia. Che uomo stupendo che sarei stato. No, no, sul<br />
serio. Dovevo decidere cosa fare. Andare via mi sembrava sempre più difficile.<br />
I piedi mi si erano saldati al cemento e tutto il resto del corpo mi<br />
urlava di non andare via da Vera. Forse se avessi saputo che cazzo stava<br />
succedendo sarei potuto partire più facilmente. In mancanza di una spiegazione<br />
c’era sempre la possibil<strong>it</strong>à di provare ad aprire il cranio di Lorenzo<br />
a colpi di vanga. Interessante prospettiva, ma anche rimanere a guardare<br />
la scena dei due colombi, in attesa che mi spiegassero qualcosa, mi provocava<br />
dolori lancinanti al petto e un senso di nausea crescente. Feci l’unica<br />
cosa fattibile in una s<strong>it</strong>uazione del genere. Mi accesi una sigaretta, sperando<br />
che un tumore fulminante mi colpisse o colpisse loro e che fosse fin<strong>it</strong>a<br />
una volta per tutte.<br />
Mentre m’impregnavo i polmoni di fumo facendo attenzione che<br />
ogni alveolo si riempisse bene di elementi tossici mi r<strong>it</strong>rovai le labbra di<br />
Vera incollate alle mie. Anche il resto del corpo mi si era attorcigliato rapidamente<br />
mentre la sua lingua mi mulinava in bocca come impazz<strong>it</strong>a.<br />
Dovetti staccarla a forza, in cerca di aria e fra un colpo di tosse e l’altro<br />
lei tornò all’attacco rincollandosi a me. Le labbra morbide e calde, la<br />
lingua mobile e veloce, il viso liscio e umido. Le sensazioni mi giravano in<br />
testa in un vortice che trasmetteva trem<strong>it</strong>i ed energia alle membra. Le<br />
mani che partivano in esplorazione, l’impellenza di strapparsi i vest<strong>it</strong>i di<br />
dosso.<br />
Ero risucchiato dentro di lei. Quando un pensiero s’impose. La staccai<br />
da me prendendola per le spalle<br />
«Che succede?! Che è ‘sta storia? Prima lui poi me.»<br />
«Che gioco è? - Non capisco...» – mi rispose con aria interrogativa.<br />
«Hai appena fin<strong>it</strong>o di spupazzarti Lorenzo, ora ti butti su di me, non<br />
te ne basta uno?»<br />
I due si guardarono un secondo, poi scoppiarono a ridere. Ero indeciso<br />
se sentirmi incazzato o coglione.<br />
«Sono io che non capisco!» – dissi.<br />
«Hai ragione <strong>Giulio</strong>!» – mi sussurrò lei, stringendosi a me e facendomi<br />
rizzare i capelli sulla nuca – «Io e il tuo amico Lorenzo ci conosciamo<br />
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