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Giulio Reload - Operaincerta.it

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gente che incontravo mi pareva di conoscerla già. Uno di passaggio mi assomigliava<br />

a Turi, vecchio compagno di banco alle medie. Ohi Turì. E tu<br />

che ci fai qua? Io? Io niente. Turista. Poi quando mi avvicinavo scoprivo<br />

che non era lui. Il barista invece mi ricordava Nuccio, un compagno di<br />

Rifondazione, recentemente eletto alla provincia nella lista della Casa delle<br />

Libertà. Ad uno sguardo ravvicinato neanche il barista reggeva la somiglianza.<br />

Più vecchio. La faccia più onesta. In lontananza mi era parso di<br />

scorgere Lorenzo Tattà. Lorenzo era il nome, Tattà il soprannome. Era<br />

un vecchio compagno d’adolescenza.<br />

Compagni in effetti non lo eravamo mai stati, semplicemente facevamo<br />

parte della stessa com<strong>it</strong>iva. In quei tempi resi duri dall’acne e dal dipanarsi<br />

degli anni ottanta, la com<strong>it</strong>iva era il nucleo base in cui era organizzata<br />

la società, sub<strong>it</strong>o dopo la famiglia. I ragazzi e con un po di fortuna anche<br />

le ragazze si riunivano, di preferenza il sabato sera, in un punto preciso<br />

della principale via commerciale, chiusa al traffico. La composizione<br />

del gruppo un<strong>it</strong>a all’allocazione geografica all’interno della strada, nonché<br />

allo scalino scelto come casa base dal gruppo, definivano lo status della com<strong>it</strong>iva.<br />

Più la com<strong>it</strong>iva si s<strong>it</strong>uava a sud verso la periferia, più era considerata<br />

sfigata e attraeva sfigati, cioè una popolazione quasi prevalentemente<br />

maschile e proveniente da famiglie poco abbienti, riconoscibile immediatamente<br />

dall’abbigliamento: niente capi firmati, i maglioni cuc<strong>it</strong>i dalla<br />

mamma, poco coraggio nell’uso del gel.<br />

Più la com<strong>it</strong>iva si s<strong>it</strong>uava a nord verso la piazza centrale del paese, più<br />

essa era riconosciuta come fichissima, composta cioè da figli di papà coi<br />

soldi e i motorini alla moda, vest<strong>it</strong>i all’ultimo grido paninaro e figa a volontà.<br />

Fuori concorso si piazzavano le com<strong>it</strong>ive di vastasi. Ne facevano<br />

parte i peggiori teppisti della mia generazione. Si dilettavano, come cuccioli<br />

giocherelloni, in risse e azioni di piccolo band<strong>it</strong>ismo preparandosi a<br />

raggiungere le fila delle organizzazioni mafiose. La loro localizzazione<br />

geografica non era importante, stavano dove gli pareva e dove la polizia<br />

non aveva ancora sloggiato gli spacciatori. Si muovevano in gruppo lungo<br />

la via del passeggio cercando una buona scusa per pestare qualcuno. La<br />

loro presenza era problematica per ogni com<strong>it</strong>iva della c<strong>it</strong>tà, in quanto<br />

rendevano pericolose le normali operazioni di struscio. Proprio quando,<br />

dopo mezzora passata a seguire un gruppo di ragazze nel loro passeggiare ,<br />

uno del tuo gruppo si era deciso a pronunciare la fatidica frase «Scusa! Ci<br />

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