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Michael Tobias | 218<br />

Felham si buttò faccia a terra in un corridoio, mentre la stanza dei<br />

computer, dotata di due potenti Fujitsu e centinaia di altre unità ad esse<br />

collegate, esplodeva nel parossismo di una tremenda sequenza di detonazioni.<br />

Dozzine di tecnici scomparvero nel turbinio di vetro, fiamme<br />

e nuvole di fumo. Ora entrambi i corridoi B e C erano in fiamme.<br />

Felham aveva già provveduto a far saltare le principali centraline<br />

telefoniche, insieme con gli sventurati operatori. Non c'era modo che<br />

una chiamata, un allarme alla polizia o ai pompieri, potesse arrivare<br />

all'esterno.<br />

"Adesso ce l'abbiamo tutto per noi, amico" disse Felham "Come ti<br />

sta andando?"<br />

"Poca resistenza. E dai, sbrigati!"<br />

Felham sentì le guardie arrivare di corsa. Si inginocchiò, prese la<br />

mira e aspettò. All'improvviso, alla distanza di una cinquantina di<br />

metri, una banda disordinata di uomini armati, alcuni in assetto paramilitare,<br />

altri in uniforme blu della polizia, si lanciò scivolando sul<br />

pavimento di vinile - pessimo per correre - nel tumulto scatenato dal<br />

panico. Felham lanciò un paio di granate e aprì il fuoco con uno dei<br />

mitra, falciando l'intera ampiezza dell'ingresso. Si girò a tutta velocità<br />

e falciò nella direzione opposta, cosa che si dimostrò molto saggia,<br />

perché si trovava a un microsecondo dalla portata di tiro degli altri,<br />

troppo numerosi da contare. Infilò altri due caricatori.<br />

La gente stava correndo in tutte le direzioni, anche se non si sentiva<br />

alcuna sirena d'allarme, prontamente ridotte al silenzio. L'incendio<br />

imperversava ormai in due settori, mentre Felham passava di stanza in<br />

stanza, ammazzando qualsiasi essere umano trovasse, sfondando le<br />

finestre, aprendo gabbie, liberando animali. Veloce, sempre più veloce,<br />

a velocità furibonda. Una forza incredibile. Il senso di compiere<br />

una missione.<br />

Aveva già sperimentato abbastanza operazioni di salvataggio, equipaggiato<br />

con guanti spessi, da sapere cosa aspettarsi. Prima d'allora,<br />

comunque, non aveva mai assistito ad uno scenario così eclatante di<br />

psicosi animale, a reazioni così sorprendenti: gli uccelli abbaiavano, le<br />

scimmie cinguettavano, i maiali ringhiavano, i cani vomitavano dalla<br />

paura.<br />

E poi, un lemure con due teste, un cane con due peni, il secondo<br />

dei quali era stato impiantato chirurgicamente sulla sua testa. E... che<br />

cazzo era quello?? Un ratto grande quanto un'anguria, fissato con delle<br />

cinghie, morto, in una pozza di sangue non rosso, ma blu. Il laboratorio<br />

di genetica.<br />

Che razza di gente è questa? La sua mente vacillava.<br />

La Legge di Felham | 219<br />

Lui stesso impersonava la psicosi, liberando, premendo il grilletto,<br />

liberando, premendo il grilletto.<br />

Aveva già fatto piazza pulita dei corridoi B e C. Rimaneva ancora<br />

il corridoio A, l'entrata principale. Felham e Muppet si incontrarono<br />

all'ingresso, un immenso atrio con le fotografie di svariati Presidenti<br />

del passato che lodavano caldamente il lavoro coraggioso portato<br />

avanti dai ricercatori del Paese. Felham prese la mira e disintegrò le<br />

fotografie e le targhette commemorative.<br />

"Ora!" disse poi.<br />

Incominciarono a sparare, uccidendo dozzine e dozzine di persone.<br />

Era un massacro terribile, 'sbagliato'. Dico 'sbagliato' perché riconosco<br />

il fatto che uccidere sia ingiusto, tremendamente ingiusto. Eppure,<br />

nella loro mente, non sembrava esserci altra via. Erano abbastanza<br />

veloci e ben armati - grazie alle munizioni della ABARU e a un<br />

Cittadino Preoccupato, da essere in grado di fare piazza pulita. Il sangue<br />

scorreva a fiumi. Gli animali vi scivolavano dentro. Un cavallo,<br />

sconcertato, scivolò contro una parete a vetri e la attraversò esplodendo<br />

in un'aiuola di gladioli, continuando a galoppare sull'erba verso il<br />

parcheggio.<br />

Sbagliato anche in un altro senso: la gente stava arrivando dal parcheggio,<br />

dozzine, forse centinaia di addetti che stavano per cominciare<br />

il turno di notte. Felham si dedicò ad abbatterli per una decina di<br />

minuti, ma aveva altre questioni più importanti di cui occuparsi. Ciò<br />

voleva dire che, nel migliore dei casi, qualcuno, presto, avrebbe avvertito<br />

le autorità. Gente in lontananza che correva. Erano troppo distanti<br />

per occuparsene. Il tempo, ora, era sicuramente limitato.<br />

I due corsero furiosamente verso il laboratorio principale di neurofisiologia<br />

sul corridoio C, dove Felham aveva lasciato il Dr.Claudius e<br />

i suoi colleghi, Sarah e Masters, nel tamburo da trauma a grandezza<br />

d'uomo, col motore acceso a pieno regime. Aveva trascinato Sarah da<br />

sotto il tavolo dove si nascondeva, le aveva strappato la camicetta e<br />

sputato sui seni esposti - un tributo alla sua ormai famosa femminilità.<br />

Claudius e Jed Masters si erano rifiutati di muoversi. Felham con una<br />

veloce raffica li aveva gambizzati, poi aveva sbattuto tutti e tre nel<br />

tamburo. Adesso il bel ménage à trois avrebbe avuto più o meno la<br />

consistenza del Gazpacho.<br />

Ventimila ratti, vivi; mille conigli, molti dei quali ciechi; un'infinità<br />

di topi, vivi e morti.<br />

"Le scimmie. Prendi le scimmie." Urlò Muppet, mentre continuavano<br />

a seminare detonatori, senza perdere un secondo, uccidendo altre<br />

guardie che sopraggiungevano a difendere il forte, sfondando finestre,

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