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Michael Tobias | 196<br />

essendo altro che striduli e cigolanti e insensibili attriti delle loro varie<br />

parti. Così, i biologi che testimoniarono nel 1963 di fronte alla Casa dei<br />

Rappresentanti degli USA, insistendo che 'la scienza non ha ancora provato<br />

che gli animali soffrono', offrirono una visione degna di nota di che<br />

cosa questi uomini pensano davvero. 1<br />

Disteso sul letto, Felham lesse il diario dattiloscritto:<br />

'Le seguenti osservazioni rappresentano il riassunto dei fatti più rilevanti<br />

accaduti nei miei quattordici mesi di lavoro nel complesso<br />

dell'Associazione delle Unità di Ricerca Biologica su Animali, nascosto<br />

accanto all'uscita del Raccordo Anulare. Non affermo assolutamente<br />

che TUTTI questi comportamenti abbiano avuto luogo ogni giorno.<br />

Piuttosto, presento un sommario di quello che ho visto, sentito e provato,<br />

la somma netta, nella mia posizione di addetto allo stabulario e smaltitore<br />

di cadaveri. Ci sono senza dubbio delle ambiguità, il prodotto di<br />

qualche sentito dire, e forse alcuni accenti nella mia psiche, l'inevitabile<br />

grammatica e punteggiatura di un essere umano traumatizzato e di una<br />

memoria che vorrei cancellare. Se ho modificato qualcosa, probabilmente<br />

ho solo sottaciuto le mie impressioni, non i fatti.<br />

'Questi appunti sono stati alterati solo per estrarne un riassunto; nel<br />

momento in cui li scrivevo ero sotto assedio, erano top-secret, il prodotto<br />

di una dolorosa immersione nell'Inferno che l'America preferisce<br />

ignorare.<br />

'Venivo pagato nove dollari l'ora. Ho lavorato in due dozzine di laboratori<br />

diversi, tutti parte dello stesso complesso, il quale - se non ci siete<br />

mai stati - è grande e stupefacente e protetto da guardie armate quasi<br />

come il Pentagono.<br />

'Prima della mia assunzione nei laboratori del dott. Bernhardt e del<br />

dott. Claudius, ero studente in un'università americana, nella facoltà di<br />

Biologia. Come studente, avevo preso in seria considerazione una carriera<br />

nella ricerca medica, il che mi aveva portato all'ABARU (il lavoro<br />

era chiamato 'tirocinio stipendiato'). Ero molto eccitato dall'opportunità<br />

di lavorare - anche se con mansioni umili - in compagnia di scienziati<br />

famosi. Bernhardt una volta era stato nominato per un Premio Nobel. I<br />

miei genitori avevano sempre desiderato che diventassi un dottore e io<br />

avevo sempre pensato che fosse una delle carriere più gratificanti. E'<br />

finita. Preferirei morire di fame.<br />

'11 gennaio: nevica, forte vento lungo il Maryland, eppure il sole sta<br />

aprendo una breccia nella tempesta, colorando il ghiaccio di blu, ren-<br />

1Documentato in J.Vyvyan, The dark face of the Science e in Stephen Clarke, The moral status<br />

of animals.<br />

La Legge di Felham | 197<br />

dendo gli alberi prismatici. Una mattina magnifica. Dentro, è un'altra<br />

storia. Mi tolgo le galosce, appendo il cappotto, ed ecco Bernhardt, il<br />

suo camice da chirurgo che somiglia al grembiule di un macellaio,<br />

imbrattato di sangue e pus giallo, con peli di scimmia appiccicati sopra.<br />

Mi dà il buongiorno e mi chiede di aiutarlo nel laboratorio per l'elettroshock.<br />

Normalmente mi veniva assegnato il compito di insacchettare i<br />

corpi - gatti e cani, per lo più, e mucchi di roditori - nelle stanze di irradiazione<br />

e amputazione. Ma Bernhardt era riuscito ad avere centinaia di<br />

scimmie con uno staff di meno di cinquanta persone ad occuparsene.<br />

Erano sopraffatti da questa manna di materia di studio vivente. Gli intermediari<br />

in India, Africa e Sud-est Asiatico dovevano averne uccise venti,<br />

trenta, quarantamila in natura, per riuscire a recuperarne così tante di<br />

vive. Scimpanzé, gibboni, babbuini, Sagnius Marmoset, Owl Monkeys,<br />

African Green, Cynomogus, l'onnipresente Rhesus.<br />

'Erano state rasate, erano stati agganciati loro degli elettrodi a molla<br />

per i successivi elettroshock, legate ad apparecchi di contenzione a mo'<br />

di gogna, e lasciate lì per settimane. Non potevano muovere nessuna<br />

parte del corpo. Si lamentavano tutta la notte per l'artrite, gli edemi, le<br />

psoriasi e le ulcere che invadevano tutte le loro giunture. Venivano loro<br />

somministrati elettroshock a sessanta hertz ogni tre, o sei, o sessanta<br />

secondi, giorno dopo giorno, fino alla morte. Nel frattempo, i ricercatori<br />

guardavano, prendevano appunti, aprivano lattine di birra, mangiavano<br />

la pizza, giravano dei video, e si congratulavano l'un l'altro per aver<br />

ottenuto indicazioni importanti sul meccanismo di risposta allo stimolo<br />

in primati sottoposti a shock estremo. E sulla tendenza degli animali a<br />

scappare, e sul tempo necessario a ridurre questi esseri a palle di pelo<br />

tremanti, piagnucolanti, inerti, senza più cervello, incapaci ormai anche<br />

di battere le palpebre.<br />

'Le scimmie di solito sviluppavano ulcere nelle pareti addominali,<br />

perdevano denti e labbra per i morsi frenetici alle loro stesse appendici,<br />

al metallo, a tutto quanto avevano a tiro, e gli scoppiava lo stomaco per<br />

la pura e semplice agonia. C'erano anche altri fattori fisiologici di cui<br />

tener conto. Ma alla fine, dopo quattro settimane, erano tutte morte, tranne<br />

una.<br />

'La chiamavo Meg, come mia nonna, che avevo visto soffrire in una<br />

casa di cura, nel dolore, incapace di parlare, o leggere, o sentire; vittima<br />

di forze che non poteva controllare, finché arrivò a pesare solo quaranta<br />

chili, e la morte fu la sua sola salvezza. Questa piccola Meg, che pesava<br />

cinque chili, che era stata strappata dalle pianure dell'Himalaya orientale<br />

un mattino di primavera, drogata, messa in gabbia e spedita a quindicimila<br />

chilometri di distanza, a Baltimora (mi ero intestardito a rintrac

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