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Michael Tobias | 226<br />
Inoltre, in quei computer c'erano inestimabili dati medici: storie<br />
cliniche, milioni di informazioni importanti per la pratica della medicina<br />
in questa nazione, immagino. Magari saremmo stati costretti a<br />
tornare ai rimedi a base di erbe, per qualche settimana. Certamente.<br />
Verso mezzanotte, Kinesey avvisò Jerrasi a Tarpon Springs.<br />
"Ti sei perso tutta la festa."<br />
"Eh?" Jerrasi si era addormentato dopo aver bevuto una dose industriale<br />
di vodka, un tributo a sua madre che si era concesso dopo una piacevole<br />
serata con il Pastore e sua moglie e la loro torta al cioccolato.<br />
"Il tuo ragazzo - i tuoi ragazzi, dovrei dire - hanno appena messo a<br />
soqquadro una bella fetta del Maryland meridionale." Jerrasi si rizzò dai<br />
cuscini. "Di cosa stai parlando?"<br />
"L'Animale è in città, Bob. Te lo sei perso," spiegò Kinesey. "Tutti<br />
ce lo siamo perso. Mi dispiace per tua madre. Ora faresti meglio a<br />
venire qui."<br />
E così fu, più o meno. Jerrasi prese un volo Delta alle cinque del<br />
mattino, e fu sul posto per le otto e trenta. Madrid, Shelley Pendergras e<br />
gli altri erano lì ad accoglierlo.<br />
Un giornalista locale paragonò la vista delle rovine alle conseguenze<br />
di una collisione in volo - di due 747, diciamo - su una regione urbana<br />
popolata. Più o meno si equivalevano, in termini di cadaveri e di rottami<br />
carbonizzati.<br />
"Questa è la persona con cui pensiamo di aver a che fare," disse<br />
Madrid, porgendo a Jerrasi una fotografia di Dirkson Felham. "Non<br />
siamo ancora riusciti a trovare un'immagine o un'identificazione affidabile<br />
dell'altro. Ma sappiamo che sono due, e Brian Laffont sembra essere<br />
il nostro uomo. O almeno si adatta alla descrizione cui abbiamo lavorato."<br />
Due sopravvissuti, parlando dalla barella, descrissero i due uomini<br />
che avevano visto sparare all'ingresso principale. Jerrasi, studiava la<br />
fotografia come un segugio, tenendola in mano nel mezzo delle macerie<br />
che sfidavano la ragione, che sicuramente contraddicevano l'ipotesi che<br />
si trattasse di solo due uomini, non importa quanto ben armati.<br />
Era un foto di Dirkson Felham presa dalla sua patente. Sgraziato, col<br />
collo gonfio, capelli lunghi, poco per indicare una forma mentale, un'intenzione,<br />
una tempra che poteva essere divinata o prevista. Jerrasi era<br />
infastidito. Aveva sperato in una connessione, qualcosa che potesse dare<br />
un volto all'ombra nella foresta buia di un giorno di tanto tempo fa; uno<br />
spettro riconoscibile. Invece, era una specie di studente universitario,<br />
dall'aspetto scostante, né tenebroso né minaccioso, senza senso della<br />
disciplina (il che, di nuovo, contraddiceva l'ovvia verità su quell'uomo)<br />
La Legge di Felham | 227<br />
né un particolare credo. Eppure gli omicidi erano stati tanto specifici e<br />
deliberati quanto tutti gli altri nella storia dei serial killer noti all'FBI. Il<br />
più delle volte, la fisionomia di un assassino poteva essere interpretata,<br />
nonostante il contesto in cui la fotografia era stata scattata. Si vedeva lo<br />
sguardo psicopatico sotto le rughe, gli occhi scuri, o le labbra increspate;<br />
l'aura di un ego squilibrato, malato e circospetto. Jerrasi aveva le sue<br />
teorie sugli assassini seriali. Era la loro sfrenata passione per le uccisioni<br />
che li distingueva dall'assassino occasionale, una passione per la vista<br />
della sofferenza recitata fino in fondo, senza fine, che li rendeva schiavi<br />
dell'abitudine, che formava le regole del gioco a cui essi si attenevano,<br />
qualsiasi esse fossero. E quelle regole, come le loro facce, potevano<br />
essere interpretate, una volta che se ne fosse trovato il cifrario. Un cifrario<br />
c'era sempre.<br />
Questo Felham, tuttavia, operava in base a principi diversi, ed era<br />
questo che dava così fastidio a Jerrasi. L'uomo sosteneva, con le sue<br />
azioni, di avere egli stesso dei principi, di sostenere una causa. Così la<br />
causa - che aveva ramificazioni universali - diventava il sospetto, aperta<br />
al dibattito, mentre la gente moriva e il vero sospettato diventava invisibile.<br />
Da quel punto di vista, era un agente segreto che lavorava per un<br />
governo. Era sulla propria isola, con soltanto le sue leggi, la sua moralità<br />
e la sua opinione pubblica. Solo un'altra volta Jerrasi aveva sperimentato<br />
questa sensazione, insopportabile, ed era stato in una riserva<br />
indiana, dove le leggi e gli obblighi e le scelte etiche erano del tutto<br />
diverse, in alcuni casi, da quelle degli intrusi bianchi, indipendentemente<br />
dalla loro tessera dell'FBI.<br />
A ben pensarci, Felham sembrava un po' un indiano, rifletteva<br />
Jerrasi, scrutando quella faccia da furbastro, con l'aria da "amico non<br />
farmi incazzare".<br />
"Voglio questa foto in ogni ufficio postale, drogheria, stazione di<br />
polizia, tribunale, in ogni città... Stampatene a migliaia. Voglio dei blocchi<br />
stradali. Controlli agli aeroporti. Sugli autobus. Nei depositi dei<br />
treni. Lo voglio prendere. Voglio questo figlio di puttana!" gridò al cielo,<br />
con Shelley Pendergras e Madrid al suo fianco.<br />
"Sissignore," rispose Shelley. "Inclusa la stampa?"<br />
"E' solo un sospetto, ricercato per un interrogatorio," interloquì<br />
Madrid. "Non abbiamo prove su cui basarci, non ancora, almeno. Non<br />
sarebbe corretto."<br />
"Puoi prenderti la tua 'correttezza' e ficcargliela in culo!" inveì<br />
Jerrasi.<br />
"Voglio dire 'legale'," chiarificò Madrid. "Se diffondiamo questa foto<br />
alla stampa, la prima cosa che fanno i suoi avvocati sarà lamentarsi