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Michael Tobias | 132<br />
una vendetta mafiosa, o una giustizia tribale o di clan, ma la visione di<br />
se stesso, da solo, che abbatteva coloro che avevano abbattuto le Sue<br />
creature. C'era qualcosa di primordiale nella sua coerenza che non poteva<br />
essere attaccato o confutato. Credeva che tutte le creature divine fossero<br />
uguali? Che anche un killer meritasse di vivere? Chiaramente no.<br />
La sua furia era talmente adamantina che non avrebbe esitato, credo, a<br />
eliminare ogni carnivoro della Terra. La sua entusiastica pena capitale<br />
avrebbe incluso anche le tigri? "No", disse rassicurante. "Loro non sono<br />
in sovrannumero. Noi lo siamo."<br />
"Quindi è questa la cosa che ti preoccupa, la sovrappopolazione?"<br />
Non l'avrei chiamata esattamente un'ossessione infantile, perché anch'io<br />
credevo che la bomba della sovrappopolazione umana fosse il più grande<br />
pericolo sulla Terra. Voglio dire, è ovvio. Allo stesso tempo, considerare<br />
le sue uccisioni, numericamente insignificanti, come una sorta di<br />
antidoto, era pura pazzia.<br />
Ma non era quello il punto.<br />
"Ci sono ben più di cinquemila bastardi assassini al mondo", proseguì."<br />
Se posso fare la mia parte per liberarmi di loro, avrò fatto il mio<br />
dovere."<br />
"Dovere? Dovere verso chi?"<br />
"Verso di te, Jason. Verso di me. Verso la memoria di mamma e papà.<br />
Verso l'incoscienza collettiva, una qualche speranza di dignità per la<br />
nostra specie. Ma, ancora più importante, per gli animali che questi cinquemila<br />
uccidono ogni giorno, in maniera esponenziale."<br />
"Queste sono parole terribilmente convinte." In realtà pensavo da<br />
predicatore. Aveva trovato il suo pulpito.<br />
"Non sono qui per discutere delle mie convinzioni."<br />
"So che non lo sei. Non volevo discuterne con te, non a questo punto.<br />
Magari prima che versassi del sangue. Forse allora. Ma ora è troppo<br />
tardi."<br />
"Accettalo. E' un fatto. E' la mia vita. Faccio quello che so essere<br />
giusto."<br />
"Perché non hai ucciso Saddam Hussein?"<br />
"Troppo ben protetto. Non ne valeva la pena. Se avessi saputo cosa<br />
stava per succedere con il riversarsi del petrolio nel Golfo - tutti quei<br />
pesci e quei mammiferi marini - non so... forse qualcosa avrei tentato."<br />
Doverci pensare; dover vedere i proiettili scoppiare nei volti, disintegrare<br />
le gole, strappare gli intestini, frantumare le ossa. Dover collegare<br />
tutto questo a mio fratello. E dover decidere, sentendo la pressione<br />
tutt'intorno, i capelli che si rizzano in testa, la tempesta arrivare. Decidi!<br />
Il mio cuore batteva all'impazzata.<br />
La Legge di Felham | 133<br />
"Se leggessi che cinquemila indonesiani muoiono in un tifone,"<br />
disse "non dedicheresti loro nient'altro che un pensiero fuggevole.<br />
Voglio dire, cazzo, sono morti 300.000 bengalesi per i tifoni. Ti sei<br />
preoccupato di sapere il nome di anche uno solo di loro?"<br />
"Ovviamente no."<br />
"Ti sei chiesto se qualcuno avesse bisogno di cibo gratuito laggiù,<br />
mio piccolo ricco fratellino? Non mettere alla prova la mia pazienza con<br />
queste stronzate da yuppie altruista. Il mondo è sovrappopolato. Fatto.<br />
Più gente muore, meglio sta il resto del pianeta. Fatto."<br />
"Questa non è una filosofia secondo cui si può o si deve vivere."<br />
"Sono d'accordo," dichiarò Felham con un improvviso barlume, ai<br />
miei occhi, di razionalità. "Tuttavia, per ogni essere umano che vive, usa<br />
farmaci, sapone e profumo, mangia carne e pollo e pesce, guida un'automobile,<br />
viaggia in aereo, riscalda la sua casa, acquista regali per i suoi<br />
figli in contenitori ben incartati, acquista beni immobili e così via, senza<br />
contare quelli che deliberatamente vanno a caccia o allevano bestiame o<br />
lavorano nell'industria dei prodotti animali, bene, direi che una persona<br />
media in un paese ad alto consumo come questo sia mediamente responsabile<br />
dell'uccisione di circa un milione di animali, durante la sua vita.<br />
E' così."<br />
"E non è anche vero che i globuli bianchi in un bambino innocente,<br />
e in un adulto innocente, muoiono e si riproducono a milioni ogni secondo?<br />
E che ogni secondo, muoiono polli, muoiono bovini, muoiono insetti,<br />
ma altri polli, altri bovini e altri insetti nascono?" E mi ricordai anche<br />
del fatto che proprio mio fratello parlava del viaggiare in aereo o del<br />
guidare una macchina. Probabilmente proprio lui aveva consumato più<br />
carburante per jet della maggior parte della gente, nella sua attività di<br />
giustiziere giramondo. Per non parlare della sua automobile oscenamente<br />
cara.<br />
"Già. E' tutto vero," assentì compiacente, "e altri 300.000 indonesiani<br />
e bengalesi nascono nuovamente."<br />
"E allora dov'è la giustificazione per uccidere deliberatamente?" Lo<br />
misi alle strette. Se la natura ha le sue regole, chi siamo noi per interferire?<br />
Intendevo anche scoprire se l'innocente e il colpevole muoiono in<br />
modo diverso. I sacerdoti aztechi che squartavano ferocemente i ventri e<br />
strappavano i cuori alle giovani donne ancora vive soffrivano di più, al<br />
momento della morte, rispetto a, per esempio, Helen Keller, o Mark<br />
Twain? Come se la sarebbe cavata Nerone contro Buddah nel momento<br />
della decomposizione fisica?"<br />
"Il cuore umano, fratellino."<br />
Non dissi nulla. Il cuore... Che intendeva dire? Cosa stavo provando?