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Michael Tobias | 240<br />

"Penso di sì. Ce la sto mettendo tutta." Lei sa, più o meno, diciamo<br />

meno, che cos'era l'ABARU. E aveva già sentito il primo radio dibattito<br />

dal suo ufficio, dedicato al massacro, in cui alcuni dei fatti erano descritti<br />

da un portavoce di un gruppo animalista. Le fazioni si stavano scaldando.<br />

Non c'era dubbio che questo tipo solitario - che lei aveva sostanzialmente<br />

rimorchiato in un supermercato - aveva fomentato l'inizio di<br />

qualcosa; non una rivalutazione a livello nazionale, ma almeno la scintilla<br />

di un dialogo, nonostante la schiacciante disparità. Ma lei immaginava<br />

anche che quelle azioni avrebbero potuto dare soltanto ulteriori<br />

ragioni a chi deteneva il potere, una rinnovata urgenza di portare a termine<br />

i loro odiosi mandati, di condurre le loro ricerche, di spendere il<br />

denaro dei cittadini, di rafforzare i loro interessi. Aveva pensato a tutto<br />

questo. Non poteva venire niente di buono dall'uccidere la gente. Di questo<br />

lei era sempre stata convinta. Ma nemmeno nulla di buono poteva<br />

venire dall'uccidere gli animali. La sua testa stava bruciando per questa<br />

impossibile ambivalenza. Non era vegetariana, non lo era mai stata; o,<br />

mettendola in modo più amichevole, era una di quelle vegetariane che<br />

mangiano pesce e pollame e occasionalmente carne.<br />

E improvvisamente le sue contraddizioni assunsero un significato,<br />

per lei. Ogni respiro di lui era pieno dei bisogni di lei. Forse, in così<br />

poche parole, lui se n'era accorto, perché ora, le loro magre sembianze<br />

di pensiero, desiderio, terrore, erano come missili termoguidati, che cercano<br />

il calore, asintoti che vogliono febbrilmente incontrarsi, che avrebbero<br />

tutte le ragioni per farlo ma, senza sapere, nessuno dei due, quel che<br />

l'altro stava davvero provando, sperando. O cosa, a questo mondo, fosse<br />

possibile, dopotutto.<br />

"Sono diventata vegetariana" disse lei improvvisamente, sorprendendo<br />

perfino se stessa. Una dichiarazione che non era ancora realtà, ma<br />

che cambiava le cose. Non avrebbe più potuto tornare indietro.<br />

"Grazie" rispose lui, senza nessuna intonazione possibile.<br />

E in quel momento, sfilando sulla strada, provenienti da una grande<br />

asta di bestiame nel centro della città, arrivarono diversi carri trainati da<br />

cavalli, che trasportavano turisti verso un pic-nic presso un canyon lì<br />

vicino, dove avrebbero cucinato bistecche di bufalo su falò all'aperto, e<br />

i cow-boy avrebbero probabilmente dato dimostrazioni di come marchiavano<br />

il bestiame e delle loro prodezze con il lazo. Improvvisamente<br />

il guidatore del carro di testa alzò la pistola e sparò in aria con un poderoso<br />

hee-hah!<br />

"Cos'è questo rumore che sento?" chiese lei.<br />

"Indiani e cow-boy". Anche questo era troppo, realizzò subito.<br />

"Devo vederti" decretò lei.<br />

La Legge di Felham | 241<br />

"Anche sapendo?"<br />

"Specialmente."<br />

"Non c'è molto futuro."<br />

"Ne abbiamo già parlato. E' di adesso che sto parlando."<br />

"Forse ti sei ficcata in qualcosa di troppo grosso?" Avvertì lui.<br />

"Forse sì. Una donna a volte si accorge di aspettare un figlio. L'ho visto<br />

succedere."<br />

La presa di Felham sul telefono si indebolì. Quasi lasciò cadere la cornetta.<br />

"Stai scherzando??" si lasciò sfuggire, elettrizzato.<br />

"Non credo".<br />

"E'... è FANTASTICO!" quasi urlò, trattenendo solo leggermente il<br />

tono, che suonò come una dolorosa comprensione, o il primo indizio di<br />

lacrime nella vita di mio fratello.<br />

"Ti chiamerò domani," decise alla fine in fretta, ricomponendosi.<br />

"Penseremo a qualcosa."<br />

"Ti amo," dichiarò lei, chiaramente. "Ti amo pazzamente."<br />

"Bingo!" esclamò Landford White ufficiosamente, guardando Robert<br />

Jerrasi, Wes Madrid e Shelley Pendergras, mentre si toglieva le cuffie e<br />

riavvolgeva il nastro. Dovevano ringraziare il giovane con le scarpe di coccodrillo.<br />

White, un esperto di sorveglianza dell'FBI, aveva provveduto a mettere<br />

rapidamente sotto sorveglianza la linea telefonica, spedendo via fax una<br />

copia dell'autorizzazione del giudice etichettata con "Massima priorità".<br />

Jerrasi guardò ansiosamente l'orologio, e poi disse ad alta voce,<br />

"Merda! Dobbiamo impedire all'SFPD di fare domande al fratello."<br />

Lo sapevano tutti: una sua telefonata - mia - o di mia moglie, una sola<br />

indicazione, e potevano perdere Felham.<br />

Stavano tirando a indovinare, naturalmente, ma la logica suggeriva che<br />

io e Felham fossimo in qualche modo complici; che avrei fatto in modo<br />

che Iyura, o suo fratello avvocato, chiamassero nel Texas e lo avvertissero.<br />

I loro tempi non avrebbero potuto essere più perfetti. Baggot era pronto<br />

a procedere su per le scale, allontanandosi dal prato, verso la porta,<br />

quando il telefonino che portava alla cintura richiamò la sua attenzione.<br />

"Cosa c’é?"<br />

"Qui è Jerrasi. Dove sei?... Ok, è molto, molto importante, ascoltami:<br />

ti chiediamo di TORNARE INDIETRO, ORA. BAGGOT, ESCI<br />

SUBITO DI LI'! MUOVITI!"<br />

Felham si deve essere sentito straordinario, come mi ero sentito io<br />

quando avevo saputo per la prima volta di Bart, i cui occhi e pelle euroa-

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