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Michael Tobias | 12 La Legge di Felham | 13<br />

Quando, per la prima volta, ascoltò una interpretazione dell'eccentrico<br />

duetto per gatti di Puccini, con sibili e graffi su un vecchio disco da<br />

grammofono, che aveva precocemente acquistato a otto anni da un rigattiere,<br />

credo che immaginasse di aver scoperto il suo primo Everest;<br />

arrangiando la sua particolare versione molto lento dell'aria Donde Lieta<br />

da La Bohème che sembrava squarciargli il cuore... Donde lieta u-scì al<br />

tuo gri-do d'a-mo-re tor-na so-la Mi-mi al so-li-tar-rio ni-do... Riuscii a<br />

trovarne la traduzione ... Ancora una volta tornerò ai miei fiori profumati,<br />

ancora da solo prima di vivere con tutti i miei ricordi... Bizzarro<br />

da parte sua. La cantò per il compleanno di mamma, donandole un grosso<br />

bouquet di rose nere. Perché nere poi? Mi meravigliai.<br />

Anni dopo, quando tornò a casa il primo Natale dopo l'arruolamento<br />

nell'Air Force Academy, tutto in lui era cambiato. La metamorfosi era<br />

avvenuta nel tempo trascorso lontano, o così pensai. Fu durante uno di<br />

quei tipici party natalizi - così americani, così bianchi e plastificati, nel<br />

suo caso così cortesi e obbligatori - che scoprii una sindrome più profonda,<br />

cominciata tanto tempo fa, lungo quelle rotaie, in mezzo alle agonie<br />

profonde di una Mimì, di un Cavaradossi e di tutte le altre tragiche figure<br />

del suo Puccini.<br />

Mentre tutti si univano al coro per cantare i classici di Natale -<br />

Ascolta cantare l'angelo messaggero, gloria al neonato re; pace in terra<br />

e dolce misericordia, Dio e peccatori riconciliati - il suo viso diventava<br />

terreo, pallido, di un colore disastroso... dispiacendosi, sospirando, sanguinando,<br />

morendo... Un Natale dopo l'altro... la parola del Padre ora<br />

appare in carne... il bue e l'agnello hanno il loro tempo... gli angeli raccontano<br />

la storia di questo giorno di gloria... quattro uccelli richiamano,<br />

tre galline e via così - io vedevo crescere - cosa?- Disgusto? Pena? -<br />

Sguardi sfuggenti, imbarazzanti e sgradevoli fughe dai baci obbligati,<br />

lottando per non mescolarsi, come per adeguarsi a una vita che era già<br />

allora patologica, con una mentalità da desperado. E io sapevo, già in<br />

quel momento, che aveva fatto qualcosa di sbagliato. Qualcosa di spaventoso,<br />

forse. Stava scolorandosi, sbiadendo. Chi sei? Implorai.<br />

E mentre tutte le canzoni natalizie salivano di tono, canti di festa<br />

sempre più rancidi, lui affondava sempre più lontano - osservavo - finché<br />

anche io ero rimasto chiuso fuori, e la distanza fra di noi era diventata<br />

irrecuperabile.<br />

Non gli restava che una sola possibilità - nessun altro avrebbe mai<br />

voluto sapere, o potuto capire - e si trattava di un lento suicidio. Aveva<br />

intenzione di compiere grandi gesta nel corso di quel processo. Un percorso<br />

di gloria verso Dio. E così cominciò la logica di ciò che normalmente<br />

viene chiamato terrorismo. Aveva avviato, con una motivazione<br />

seria e profondamente ponderata, la demolizione della propria essenza<br />

interiore, una condizione di empatia reale, programmata all'autodistruzione;<br />

un amore per gli animali che era, considerate le più umane abitudini<br />

morali - tremai - da pazzi. Perché tu?<br />

E dov'è che una vita si divide in due? O diventa così filosofeggiante<br />

e indagatrice, così brutalmente sincera da essere a ragione definita<br />

uno stato di crisi, dolorosa e a rischio di morte? Quando il vedere come<br />

le cose sono davvero, significa immediatamente non poter più essere<br />

quello che eravamo, o avremmo voluto essere? In altre parole, quand’ è<br />

che il vedere condanna e il capire distrugge, sempre di più? Come nel<br />

caso di un gesto d'aiuto o di fede, chi è testimone cambia per sempre.<br />

Fin dentro alle budella. Non dubitate nemmeno per un attimo di questa<br />

inclinazione. Anche con anni di tempo per far luce su tutto, e poi per<br />

cercare di ignorarlo, di farlo uscire da dentro di me, alla fine sono stato<br />

colto alla sprovvista, debole e totalmente vittima. Destino è un'altra di<br />

quelle parole.<br />

Fu il primo corso di biologia al liceo che scatenò il terremoto mentale<br />

in Felham? Era un istituto molto moderno, dopotutto il suo motto<br />

era stato scelto nel nome di Cartesio, con un "gran giorno" molto speciale<br />

in serbo per coloro che riuscivano a tollerare i preliminari.<br />

Dimenticatevi le rane. Robetta per bambini teneri. Dimenticatevi i porcellini<br />

d'India e i criceti che non sono stati buttati nel cesso la prima<br />

volta che hanno morso il bambino o cagato sul lettone; dimenticatevi i<br />

gattini abbandonati, quelli presi dalla strada e lasciati affamati, disperati<br />

e miagolanti davanti alla porta di servizio di Biologia 101, ad aspettare<br />

tenerezza e latte caldo, non vivisezione. E i pesci e le salamandre e i<br />

rospi. Centinaia di branchie, arterie polmonari, arcate dell'aorta, sistemi<br />

venosi, crani minuscoli, zampe di rospo recise, senza più domani.<br />

Questo era l'inizio, lo stadio larvale dell'istruzione secondaria, per separare<br />

i delicatini, senza futuro nella scienza, dai veri iniziati.<br />

Più avanti nel corso, Biologia 101 era sul cane. Non il cane di famiglia,<br />

la razza lustra, ben trattata, ben nutrita, bensì il mezzo selvatico spaventato,<br />

col pelo sporco, gli occhi pesti e le mandibole disperate artritiche<br />

dalla fame. Un pastore tedesco dalle anche disintegrate, un bastardo<br />

che aveva di certo perso la strada di casa da parecchio tempo, gli scarti<br />

delle ditte di fornitura biologica, di quelli rubati con falsi pretesti, o<br />

inviati dai canili espressamente per la dissezione. Ma tutti, una volta,<br />

erano stati cani di famiglia. E lo mostravano dal modo di desiderare, di<br />

sperare. Nel laboratorio si scaldavano gli animi, perché gli studenti trovavano<br />

difficile, all'inizio, separare i sentimenti dalla scienza, come normalmente<br />

è richiesto. Ma alla fine riuscivano a gestire il tutto quasi

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