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Michael Tobias | 188<br />
avrebbe ignorato. Sarebbe finito sulla sedia elettrica con una passione<br />
per una certa Jessie Moran ad ardergli negli occhi. Non sarebbe importato<br />
a nessuno. Perché avrebbe dovuto? Empatia? La sua commiserazione<br />
le sarebbe tornata indietro, secondo tutto ciò che di più popolare e<br />
leggendario circonda la teoria del karma? O avrebbe fatto guadagnare a<br />
Felham qualche punto in più nell'aldilà? L'anima valeva ancora qualcosa?<br />
Nessuna divagazione intellettuale, risultato di un'affannosa autocommiserazione,<br />
valevano un accidente. Lui se ne stava andando, era<br />
condannato, lei era furente al punto di essere in una sorta di follia<br />
momentanea, una condizione che aveva lasciato un segno profondo nel<br />
ventesimo secolo, o almeno così lei l'interpretava in quel momento.<br />
Jessie era una veterana di quel genere di sensazione, e tutte le speranze<br />
e le afflizioni che aveva provato nelle ultime ore stavano per spegnere<br />
con asfissiante rudezza il sogno d'amore che si era creata. Nessun evento<br />
effimero avrebbe potuto essere più brutale e breve e dominato dalla<br />
psicosi della separazione.<br />
"Troveremo un modo." Lui ci credeva fermamente. Suonava ridicolo<br />
ora, ma ci credeva davvero. Lei lo aveva riportato ad una temperatura<br />
umana. L'intimità fisica gli aveva restituito per qualche ora il vecchio se<br />
stesso, con i suoi slanci e le sue pause. Anche se non riusciva a capire<br />
come quell'unione avrebbe potuto funzionare, non in America, almeno.<br />
Era un uomo morto. Se lo sentiva nel profondo dei polmoni, dove la<br />
maggior parte della fiducia e delle certezze prendono ossigeno, hanno<br />
un spiraglio di sfogo, tengono duro, oppure abbandonano il campo, o<br />
semplicemente collassano, come un polmone collassato. Rimase in<br />
preda ai pensieri, consapevole che non sarebbe stato possibile alcun tu<br />
e io, nessun solo-noi-due; fissando un orizzonte distante e irraggiungibile<br />
nella patina delle complesse trame di lei, nella sua innocenza e<br />
forma femminile. Almeno l'aveva visto, era stato testimone del più bel<br />
tramonto della sua vita. Odiava farle questo, era tormentato da tutto ciò<br />
che quella notte aveva significato, perché non sarebbe potuto continuare,<br />
che lo volesse o meno. Semplice. Fine della storia. Mi dispiace, pensava.<br />
Dio, quanto mi dispiace. "Non voglio che finisca tutto, né qui né<br />
altrove, capisci?"<br />
Lei pensava a come fosse facile essere coraggiosi con delle semplici<br />
parole, conferire all'amore il potere del più alto dei tribunali e fargli giudicare<br />
tutti gli altri sentimenti dell'umana esperienza. Nel suo universo,<br />
un Sinedrio, in quel momento lei sentiva di perpetuare la loro mutua<br />
disperazione e nessuno gliela poteva toccare. Perché era pura e libera e<br />
riconosciuta da quella verità superiore. Si spazzolò i capelli che le arrivavano<br />
alle spalle, che splendevano quasi come oro in quelle ore del<br />
La Legge di Felham | 189<br />
primo mattino, colpiti da riflessi magenta e ruggine filtrati dall'ovale di<br />
vetro istoriato, piombato e molato, della finestra affacciata a est nella sua<br />
camera.<br />
"Mi telefoni?" gli chiese, era ridicolo, ma il gesto, il chiedere, il sentimento,<br />
erano del tutto spontanei. Non avrebbe potuto essere più<br />
depressa dall'ambivalenza di quel momento. La penombra dell'esilio<br />
faceva risaltare la sua figura curva, il dramma descriveva ogni suo minimo<br />
particolare, i pori della pelle, i polpastrelli, le ciglia, le ossa. Era così<br />
amaro, fatidico, da essere eccitante. Straziante. Tutto ciò che aveva sempre<br />
voluto. Non aveva mai assistito ad un'esecuzione. Ora si ritrovava a<br />
vestire il prigioniero. Ed ora, ancora una volta, toccava ogni parte del<br />
corpo dell'assassino, con i baci, ricevendone l'ardore, esaltandosi consapevolmente<br />
nel veleno. Avrebbe potuto essere una camera da letto a<br />
Verona.<br />
"Tenterò," rispose, rendendosi conto, come in sogno, mentre la<br />
lasciava, seduta in macchina in un parcheggio - non pensava che sarebbe<br />
stata una buona cosa per lei, quella di portarlo fino a destinazione -<br />
che lei non era un tramonto, una separazione, ma l'alba, la cosa più reale.<br />
Sapeva che non gli stava per fare domande, o non ancora, o non in<br />
maniera persistente, e che avrebbe lottato, ma che tutto sarebbe andato<br />
bene.<br />
"Costa soltanto venti centesimi," gli disse.<br />
Lei se ne andò, dopo una di quelle ardenti espressioni, lo sguardo del<br />
destino, di stanca supplica che due persone, allontanate l'una dall'altra,<br />
l'una isolata, l'altra d'un tratto un’emigrata nella sua stessa terra, proverbialmente<br />
si scambiano sul sentiero dell'amore. Idilli fiabeschi in tempo<br />
di guerra.<br />
Quanto mi ha detto, in realtà? pensava. E se... Non aveva usato il<br />
diaframma. E il caso voleva che fossero passati sedici giorni dal suo<br />
ciclo.<br />
Non m'importa di quello che ho fatto ribatteva lui.<br />
Felham non ordinava mai pasti vegetariani in aereo. Una cautela in<br />
più. Separò con cura le crocchette di patate dalla salsiccia e cercò di dormire.<br />
Aveva progettato di tornare alla fattoria in modo da recuperare un<br />
documento su cui Muppet aveva messo le mani, roba da leggere sull'aereo.<br />
Ora sarebbe stato meglio se fosse riuscito a sonnecchiare. I nervi gli<br />
dolevano.<br />
Dulles era grigia. Piovigginosa. Felham salì sulla sua macchina a<br />
nolo, guidò fino allo Hyatt, e si registrò usando la prenotazione a nome<br />
di Striker. Il suo primo impulso, prima di sdraiarsi e accendere la televi