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Michael Tobias | 72<br />
camion, Felham uscì dal parcheggio, imboccò la strada e tornò alla<br />
rampa d'accesso dell'edificio. Joanne scese e gli fece segnali con le<br />
mani, in modo da sistemare il veicolo nel punto di carico.<br />
Felham le disse di aprire la porta principale mentre lui aspettava,<br />
armato. Tirò fuori la motocicletta, poi si misero al lavoro, lasciando perdere<br />
i carrelli - ci sarebbe voluto troppo tempo - trascinando le gabbie<br />
nel camion. Il telefono sul tavolo di fronte stava squillando.<br />
"Rispondi" ordinò Felham. Lei lo fece con un tono normale, mentre<br />
lui ascoltava, l’arma in mano.<br />
"Chiama Deensau. In fretta." Disse la voce che parlava a Joanne.<br />
Felham le fece un segnale. Lei capì.<br />
"E' fuori a prendere il caffè con John."<br />
"Ti richiamo fra cinque minuti. Se tornano, di' loro di chiamarmi,<br />
capito?" Era una voce di donna con un forte accento tailandese.<br />
"Chi era?" chiede Felham.<br />
"La moglie del boss." Disse Joanne.<br />
Felham sopirò, avvolto in una tormenta di incredulità. Un'altra omissione.<br />
Un'altra donna con cui avere a che fare.<br />
Lavorando insieme, Felham e Joanne trasportarono in fretta gli<br />
uccelli sul camion. La ragazza gli fece risparmiare tempo. Felham mise<br />
la motocicletta contro le ultime gabbie all'interno del veicolo. Chiuse la<br />
porta, si girò, e si ritrovò a fissare un'arma.<br />
"Non muoverti" disse Joanne freddamente. Aveva l'arma nascosta<br />
nella camicetta. La reggeva con entrambe le mani. Mirava alla sua testa.<br />
Era piazzata direttamente davanti a lui. Il telefono squillò ancora. Stava<br />
cercando di tenere sotto controllo le mani. Sollevò il ricevitore, con cautela.<br />
Felham si tuffò a terra, rotolando lontano.<br />
Lei sparò parecchie pallottole, che colpirono il pavimento, facendo<br />
saltare grosse schegge di cemento ricoperto d'olio. Poi anche lei colpì il<br />
pavimento, il corpo tempestato dalla raffica della Mac-10 di Felham. La<br />
gola le si aprì, il sangue esplose in zampilli, e la sua faccia, carina qualche<br />
secondo prima, adesso era a terra in frammenti distorti. Alcune parti<br />
erano tre metri più in là. Pezzettini spiaccicati sui muri anche dietro a<br />
Felham, che si era alzato in piedi. L'arma era potente.<br />
D'accordo, era una professionista. In gamba come non ne aveva mai<br />
incontrato prima.<br />
Corse nella stanza sul retro, inginocchiandosi dietro la bionda che<br />
stava tremando, piazzandole l'arma alla nuca, intenzionato a finirla. Era<br />
presa da un tremore incontrollabile.<br />
Esitò, poi la fece girare verso di lui. Lei poteva vedere solo la sua<br />
maschera, ma i loro occhi si incontrarono. Immediatamente, percepì la<br />
La Legge di Felham | 73<br />
sua innocenza. Gli sembrava solo una madre lavoratrice. Una che non<br />
sapeva niente di quello che realmente avveniva in quel posto. Era punibile<br />
l'ignoranza? La neutralità sì, se significa girare le spalle a chi soffre.<br />
Ma l'ignoranza? Non lo aveva mai creduto. Certamente non nel caso di<br />
una donna. La sua stupidità sconcertava, ma immaginò che avesse le sue<br />
ragioni per non sapere, o per non voler sapere. Qualsiasi cosa pensasse,<br />
era evidente che non era pronto a ucciderla.<br />
Accettò il rischio, e le sussurrò qualcosa all’orecchio, con un tono di<br />
voce diverso da prima. Mascherò l’accento, spacciandosi per straniero.<br />
Lei annuì. Il suo respiro era irregolare.<br />
Felham corse verso il camion, e sgommò via con sedici pneumatici<br />
stridenti. Ormai non c'era alcuna possibilità per l'altro colpo. Guidò a<br />
una velocità normale per tutta la strada fino a Taneki, un bugigattolo di<br />
mercato di campagna ai margini di una città desertica in una regione<br />
disabitata della California del Sud.<br />
Felham proseguì, sorpassò il mercato e proseguì fuori città per quindici<br />
chilometri, sulle montagne. Era passata la mezzanotte quando uscì<br />
dall'autostrada, prendendo una strada sterrata nella foresta. Guidò per<br />
qualche altra decina di metri, finché non ci fu più alcuna possibilità di<br />
essere visto.<br />
L'aria notturna della California, su nelle colline del Sud, in estate, è<br />
lieve e perfetta. Le stelle curiosavano intorno ai bianchi massi di granito,<br />
così come fanno su Marte. I grilli suonavano jazz. I procioni bisticciavano<br />
e gettavano in aria i loro bottini. I daini annusavano la corteccia<br />
e il muschio, mentre un coguaro di passaggio vagava senza timore lungo<br />
la strada. La follia di San Diego e di Orange County era lontana; abbastanza<br />
lontana da assicurare loro qualche anno in più su queste colline.<br />
Quella notte il compito di Felham era semplice. Liberarli. Pregare<br />
per loro. Spingerli verso la loro strada, in una nuova terra che si poteva<br />
solo sperare che facessero propria. I frutti e le noci erano scarsi, rispetto<br />
alle varietà del Sud America. La terra era relativamente dura e poco<br />
fertile. C'erano organismi in competizione, altri uccelli, predatori che<br />
non conoscevano. Ma questa era comunque la libertà. Cielo aperto. La<br />
possibilità di interagire di nuovo con l'universo.<br />
Aprì tutte quelle dozzine di gabbie. Molti degli uccelli non volevano<br />
andarsene, o erano così malati che semplicemente non riuscivano a muoversi,<br />
tremanti e spaventati e patetici nel buio. Spezzò il cuore a Felham<br />
dover forzare quelli malati a uscire dalle gabbie. Cadevano nei cespugli,<br />
o piangevano, o rotolavano sulla terra fredda e aspettavano, aspettavano<br />
un serpente che li avrebbe divorati. Molti erano morti lungo il tragitto.<br />
Nel giro di mezz'ora, gli uccelli vivi avrebbero camminato o sarebbero