La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo
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tale, tendendogli la mano. L’armonia europea nasce proprio da questa dialettica tra<br />
identità-alterità, tra polemos e dialogos.<br />
Il dialogo è la <strong>dimensione</strong> razionale/relazionale propria <strong>della</strong> cultura europea e,<br />
come ha sostenuto il sociologo francese Edgar Morin in Pensare l’Europa: «Il genio<br />
europeo non consiste solo nella pluralità e nel cambiamento, ma anche nel dialogo<br />
tra le pluralità che produce il cambiamento».<br />
Il vero valore d’Europa non risiede nell’uguaglianza ma nella disuguaglianza,<br />
nel binomio tragico-dialettico uno-molti, io-tu, nosce te ipsum et alium per alium.<br />
In tale contesto, prosegue Morin, «ciò che fa l’unità <strong>della</strong> cultura europea non<br />
è la sintesi giudeo-cristiana-greco-romana, è il gioco non solo complementare ma<br />
anche concorrenziale e antagonistico tra queste istanze, ciascuna delle quali ha la<br />
sua logica: si tratta, appunto, <strong>della</strong> loro dialogica» 30 . L’identità europea passa attraverso<br />
un ripensamento di sé come “non-identità”, attuabile mediante una ricomprensione<br />
delle sue intuizioni ed esperienze originarie, molteplici e plurali, uni-distinte.<br />
<strong>La</strong> patria Europa è un’Europa delle patrie e alla sua «laboriosa creazione» attesero<br />
demiurghi dall’eminente spessore politico, culturale, morale.<br />
I Patres d’Europa e il Cristianesimo<br />
È forse anacronistico e singolare designare con l’antico titolo senatorio romano<br />
di “patres”, gli ispiratori ideali e fattivi dello spirito unitario europeo? Schuman,<br />
De Gasperi, Adenauer, Monnet, Dante: il “Senato d’Europa”. Senza nulla togliere<br />
alle riflessioni e agli sforzi attivi per l’unità d’Europa compiuti da Carlo Sforza e<br />
Altiero Spinelli, ciò che qui preme discutere è la relazione tra Europa e Cristianesimo<br />
a livello storico e politico, verificando la liceità e velleità ecclesiastiche nel tenace,<br />
riecheggiante richiamo alle radici cristiane e, in tal senso, Schuman, Adenauer,<br />
De Gasperi e Monnet, politici e cristiani, considerati, con altri, padri fondatori<br />
dell’Europa, rappresentano una “quinta compagnia” ad hoc in merito alla questione<br />
da analizzare. Si aggiunge, infatti, quinto, a coronamento ideale dei tempi e d’azione<br />
dei patres moderni, Dante Alighieri, concittadino, con essi, in spirito, dell’universale<br />
patria Europa. Il Cristianesimo e il richiamo ad esso come fulcro radicale<br />
<strong>della</strong> poliforme identità europea, ha sollevato e continua a sollevare polemiche rilevanti<br />
e, il “laicissimo” art. 1-bis del Preambolo dell’UE ne rappresenta l’icastica<br />
evidenza: «L’Unione si fonda sui valori del rispetto <strong>della</strong> dignità umana, <strong>della</strong> libertà,<br />
<strong>della</strong> democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani,<br />
compresi i diritti appartenenti ad una minoranza. Questi valori sono comuni agli<br />
Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione,<br />
dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini».<br />
30 E. Morin, Pensare l’Europa, cit., p. 24.<br />
Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011<br />
<strong>La</strong>ura Balestra<br />
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