La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo
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Flavio Mondello<br />
mente. Sarà la gravità <strong>della</strong> crisi economica in atto a spingere i Paesi membri che<br />
detengono importanti forze armate a mettere in comune gli elementi più costosi<br />
delle loro strutture di difesa per reagire agli inevitabili tagli dei rispettivi bilanci<br />
pubblici e sviluppare ricerche e produzioni di armamenti innovativi ristrutturando<br />
l’industria europea <strong>della</strong> Difesa. Del resto lo stanno già facendo Francia e<br />
Gran Bretagna che uniscono i rispettivi sforzi in campo atomico militare, e più<br />
in generale nelle loro forze militari, indicando la via corretta agli altri Paesi UE<br />
all’interno <strong>della</strong> Agenzia Europea di Difesa. A tali fini si stanno infatti realizzando,<br />
sotto la spinta <strong>della</strong> Polonia che detiene la Presidenza di turno dell’Unione,<br />
coalizioni tra Paesi membri più attrezzati militarmente.<br />
Il freno dell’unanimità nelle decisioni<br />
– L’imposizione dell’unanimità, limitata tuttavia dalla possibilità di una astensione<br />
costruttiva, significa che le posizioni dell’UE esprimibili con una sola voce,<br />
attraverso la Politica comune Esteri e Sicurezza e la Politica comune Sicurezza e Difesa,<br />
riguardano solamente temi di riconosciuto interesse comune. Gli altri temi<br />
sono trattati esclusivamente sul piano nazionale. Ciò non toglie che l’Unione cerchi<br />
di aumentare il più possibile la convergenza delle azioni Esteri e Difesa degli<br />
Stati membri per consentire un più ampio campo degli interventi comunitari, soprattutto<br />
quando situazioni internazionali che toccano l’Europa si possono discutere<br />
ed affrontare efficacemente nei grandi consessi internazionali solo con interventi<br />
unitari.<br />
Il Trattato impone agli Stati membri di sostenere attivamente e senza riserve la<br />
Politica estera dell’Unione in uno spirito di lealtà e di solidarietà reciproca. Purtroppo<br />
non sempre ciò appare ancora evidente.<br />
I progressi lenti<br />
– Nonostante questi freni, che certamente rallentano le prese di posizione dell’UE,<br />
sono stati compiuti passi avanti nell’organizzazione <strong>della</strong> macchina comunitaria<br />
che consente, in questo campo di estrema importanza, taluni risultati non trascurabili.<br />
È comunque evidente una reazione collettiva ad una ancora insufficiente presenza<br />
unitaria dell’Europa sullo scacchiere internazionale, nonostante siano stati<br />
compiuti interessanti passi avanti, forse non tutti evidenziati dai mezzi di informazione.<br />
Certamente hanno influito taluni pregiudizi sulla Autorità comunitaria che<br />
mette in atto la Politica Estera e di Sicurezza Comune: l’Alto Rappresentante dell’Unione<br />
per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, la Sg.ra Catherine Ashton<br />
contemporaneamente è Presidente del Consiglio Esteri e Vice Presidente <strong>della</strong><br />
Commissione: forse troppi incarichi attribuiti ad una sola persona.<br />
È l’Alto Rappresentante a condurre, a nome dell’Unione, il dialogo politico<br />
con i terzi e ad esprimere la posizione comune nelle Organizzazioni internazionali,<br />
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Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011