La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo
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Flavio Mondello<br />
È prevalsa la tesi da molto tempo in atto a Bruxelles, secondo cui il treno dell’integrazione<br />
non può correre alla velocità del vagone più lento.<br />
In questo caso il vagone è il Governo di Londra che, sotto la minaccia degli euroscettici<br />
britannici di convocare un referendum per decidere se rimanere o meno<br />
nell’UE, ha opposto il veto a nuove regole UE in campo finanziario, da introdurre<br />
attraverso una riforma del Trattato.<br />
Il Premier Cameron lo ha fatto ritenendo di difendere ad oltranza l’autonomia<br />
dei servizi finanziari <strong>della</strong> City, ma è rimasto completamente isolato dai 17 dell’Eurozona<br />
e dagli altri 9 Stati membri che ancora non applicano la moneta unica.<br />
Cameron rientrato in patria si è trovato contestato non solo dall’opposizione<br />
ma addirittura da membri del suo Governo e dal suo stesso Vice.<br />
D’altra parte era stata respinta, su pressione di Sarkozy ed a causa <strong>della</strong> gravità<br />
<strong>della</strong> situazione dell’intera Unione Europea, la richiesta di Londra di fruire ancora<br />
una volta di un opting-out, e cioè <strong>della</strong> possibilità di non applicare le nuove regole<br />
da introdurre nel Trattato, come già, per esempio, aveva ottenuto a Maastricht di<br />
non adottare l’Euro o, successivamente, di non attivare le regole <strong>della</strong> libera circolazione<br />
delle persone.<br />
Nel 2012 un accordo intergovernativo<br />
– Mancata l’unanimità, pur di accelerare i tempi di un ambizioso e vincolante<br />
“Patto di bilancio” che di fatto instaura regole comuni per una “Unione di stabilità<br />
dei bilanci” a fianco <strong>della</strong> moneta unica, i 17 dell’Eurozona, con la piena adesione<br />
a tale processo da parte degli altri 9 membri dell’UE, hanno deciso di firmare entro<br />
marzo 2012 un Accordo intergovernativo. Obiettivo: stabilizzare il mercato finanziario,<br />
avviare a soluzione sistemica la crisi dell’Eurozona, consolidare l’Euro, in un<br />
contesto di disciplina di bilancio e di coordinamento notevolmente rafforzato delle<br />
politiche economiche nei settori di interesse comune. Si creano così le condizioni<br />
necessarie alla ripresa dell’economia.<br />
I 17 dell’Eurozona faranno comunque di tutto per incorporare il prima possibile<br />
le disposizioni dell’Accordo intergovernativo nei Trattati dell’Unione, così come era<br />
avvenuto per l’Accordo intergovernativo sulla libera circolazione delle persone.<br />
È stato pertanto deciso di stabilire un nuovo quadro giuridico per realizzare il<br />
“Patto sulla condotta dei bilanci pubblici nazionali”: una autentica “Unione di stabilità<br />
dei Bilanci” a fianco <strong>della</strong> moneta unica, con regole che impegnino ad una<br />
severa disciplina di bilancio, al coordinamento delle politiche economiche oltre ad<br />
un approfondimento dell’integrazione nel “Mercato interno”, per perseguire una<br />
maggiore crescita, una competitività rafforzata e la coesione sociale.<br />
In sintesi l’Accordo tradurrà il forte impegno dei 17 dell’Eurozona di salvaguardare<br />
in un nuovo quadro giuridico la stabilità dell’Euro e segnerà un passo<br />
avanti nella realizzazione di una architettura rafforzata per l’Unione Economica e<br />
Monetaria.<br />
Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011<br />
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