La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo
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Flavio Mondello<br />
co, avevano ritrovato la loro libertà dopo essere stati satellizzati da Mosca e plasmati<br />
al comunismo a seguito <strong>della</strong> determinante partecipazione Russa alla sconfitta<br />
<strong>della</strong> Germania nazista.<br />
L’ingresso in blocco di questi Paesi nell’Europa integrata, sia pure con limitati<br />
periodi di adattamento, ma con l’obbligo di condividere gli obiettivi comuni e<br />
contribuire alla loro realizzazione, è stato un atto dovuto, ma soprattutto un atto<br />
strategico che ha delimitato lo spazio occidentale europeo di fronte al ricostituirsi<br />
<strong>della</strong> potenza <strong>della</strong> Federazione Russa nell’area democratica mondiale. Ha contribuito<br />
a consolidare la condizione di forza dell’Unione Europea nel negoziato di<br />
Partenariato strategico con Mosca tuttora in corso. Certamente gli adattamenti di<br />
Paesi saldamente europei, ridotti agli estremi dal regime comunista sovietico,richiederanno<br />
tempo, ma non intralceranno il processo integrativo comunitario.<br />
Tra loro taluni Paesi stanno compiendo aggiustamenti tali da farli aspirare alla<br />
partecipazione del nucleo più avanzato dell’Unione Europea: l’Eurozona.<br />
Deve tuttavia essere sottolineato che se non si eserciterà la massima severità nel<br />
pretendere dai nuovi membri il rispetto di tutti gli obiettivi dell’Unione si potrebbe<br />
rischiare di scivolare verso un doppione del Consiglio d’Europa di Strasburgo<br />
privo di effettivi poteri.<br />
«C.»: Sul tavolo staziona da lungo tempo il “caso” Turchia, paese di grande<br />
influenza sul Medio-Oriente e sul mondo islamico. Dopo i fatti che hanno sconvolto<br />
l’assetto dei Paesi del Nord Africa, la Turchia si prepara ad essere “un” se<br />
non “il” Paese guida dei cambiamenti.<br />
L’Europa deve rivedere il caso Turchia alla luce di tali fatti e considerare strategica<br />
la sua ammissione all’Unione per la maturazione <strong>della</strong> “primavera araba” e<br />
i nuovi rapporti con l’Europa?<br />
F. M.: Un ulteriore allargamento urgente dell’Unione Europea riguarda i Balcani<br />
Occidentali che costituiscono una “enclave” all’interno stesso dell’UE e quindi<br />
hanno una destinazione naturale nel processo di integrazione europea. Dopo la<br />
dissoluzione <strong>della</strong> Iugoslavia 8 Stati indipendenti <strong>della</strong> Regione hanno avviato il<br />
loro percorso per diventare membri dell’UE nel rispetto di precise condizioni che li<br />
rendano compatibili con gli attuali 27 Stati dell’Unione. <strong>La</strong> Slovenia è già diventata<br />
membro dell’U.E. nel 2004, la Croazia dovrebbe entrare nel 2012, ma la caduta<br />
del Governo per scandali di corruzione e la dissoluzione del Parlamento, ritarderanno<br />
l’ingresso. <strong>La</strong> Serbia si sta avvicinando al traguardo. Rimangono sotto esame<br />
le domande di Bosnia-Erzegovina, Albania, Kosovo, e antica Repubblica di Macedonia<br />
perché ancora non rispondono completamente alle sollecitazioni delle Istituzioni<br />
comunitarie soprattutto nel campo dello Stato di diritto, dell’anticorruzio-<br />
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Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011