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La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo

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Franco Riva<br />

rinzi, cap. 12). Tuttavia, se è vero che «non esiste immagine più trita <strong>della</strong> rappresentazione<br />

<strong>della</strong> società come un corpo» e che, «dal punto di vista sociale e politico,<br />

è una metafora intrinsecamente conservatrice», nel cristianesimo non equivale più a<br />

un organicismo perché dipende da un’altra metafora dominante, quella <strong>della</strong> crocifissione<br />

e <strong>della</strong> risurrezione, che «altera quella <strong>politica</strong> tradizionale»: i ruoli comunitari<br />

diventano «doni», e quindi aperti a tutti; entra in crisi la visione gerarchica a favore<br />

<strong>della</strong> «testa» e degli «occhi»; e tra le membra del corpo si introduce un rapporto<br />

di «cura le une per le altre», fino a rovesciare l’obbligo dell’unità sociale a beneficio,<br />

capovolto, dei «deboli» e degli ultimi 27 . <strong>La</strong> solidarietà di una comunità non significa<br />

quindi necessariamente né solo interdipendenza, né tanto meno conservazione.<br />

<strong>La</strong> spina del dovere<br />

<strong>La</strong> vicinanza lessicale con la famiglia si impone fin dall’affacciarsi <strong>della</strong> solidarietà<br />

sulla scena dell’Occidente. In età moderna la solidarietà ha ricevuto una generalizzazione<br />

in senso morale e politico, soprattutto per indicare il dovere di aiuto<br />

reciproco tra le persone, o ancora il senso di un’obbligazione reciproca tra gli individui<br />

e la società, come si appartenesse tutti alla stessa “famiglia”. Nella trasmigrazione<br />

delle parole dalla famiglia verso la solidarietà, però, il tema del dovere ha assunto<br />

spesso un’intonazione sacrificale e soppressiva, dove la responsabilità per l’altro<br />

si esaurisce nell’obbligazione, più o meno giuridica, o in una rinuncia.<br />

<strong>La</strong> solidarietà comincia a fissarsi, giuridicamente, con i concetti di debito e di<br />

responsabilità in riferimento alla famiglia. Il concetto risale al diritto romano, dove<br />

significa l’«obligatio in solidum»: una figura particolare di responsabilità per cui<br />

ogni singolo membro di una data comunità, in primo luogo familiare, è tenuto a<br />

farsi carico non solo dei debiti personalmente sottoscritti, ma di tutto il complesso<br />

dei debiti contratti dalla comunità di appartenenza, così come la comunità si impegna<br />

a sua volta di ritorno nei confronti dei debiti del singolo.<br />

L’<strong>etica</strong> <strong>della</strong> solidarietà porta con sé la memoria di un dovere e di una responsabilità<br />

che si radicano nel fatto di appartenere ad una stessa comunità, di far parte<br />

<strong>della</strong> stessa famiglia. Amplificando con la solidarietà il concetto del dovere di una<br />

reciproca assistenza e di un reciproco debito tra i cittadini, la modernità ha incrementato<br />

a maggior ragione la vicinanza linguistica con la famiglia che, nello stesso<br />

istante in cui si propone come chiarificatrice, genera anche non poche tensioni<br />

pratiche e teoriche. <strong>La</strong> solidarietà parla un linguaggio familiare seguendo due direzioni<br />

che in parte si compenetrano e in parte si disarticolano: quella dell’unica famiglia<br />

umana e quella, fissata dalla Rivoluzione francese, <strong>della</strong> fraternità civile.<br />

171-172.<br />

164<br />

27 G. Meek, Le origini <strong>della</strong> morale cristiana. I primi due secoli, Vita e Pensiero, Milano 2000, pp.<br />

Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011

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