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La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo

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Flavio Mondello<br />

necessaria per attuare gli obblighi comunitari che si sono loro stessi assegnati e per<br />

raggiungere i traguardi che si sono loro stessi imposti.<br />

Si è anche deciso che tutti i Governi degli Stati membri debbono facilitare l’Unione<br />

nell’adempimento dei propri compiti astenendosi da qualsiasi misura che rischi<br />

di mettere in pericolo la realizzazione degli obiettivi dell’UE.<br />

Obblighi e ritiri<br />

– D’altra parte, secondo lo stesso Trattato di Lisbona, nessuno Stato membro è<br />

obbligato a<br />

rimanere nell’Unione Europea e, rispettando determinate procedure, ha sempre<br />

la possibilità, se non ritiene di poter rispettare l’evolversi degli impegni assunti,<br />

di ritirarsi dal processo integrativo e tentare di agire da solo o con altri partner nel<br />

nuovo contesto mondializzato, però senza più contare sulla solidarietà comunitaria.<br />

Il Trattato non prende invece in considerazione la possibilità di un ritiro dall’Eurozona.<br />

È inoltre da chiarire che il Trattato UE, evidenziando il “Principio di Attribuzione”,<br />

sottolinea che le Istituzioni dell’Unione non possono assegnarsi compiti<br />

che non siano compresi tra le competenze comunitarie loro conferite dagli stessi<br />

Stati membri: all’Unione gli Stati membri hanno devoluto il conseguimento di<br />

precisi obiettivi comuni in tre campi: “aspetti economici, sociali, monetari”, <strong>politica</strong><br />

estera di sicurezza e di difesa”, “spazio interno di libertà sicurezza, giustizia”.<br />

Sono problemi che, nel contesto <strong>della</strong> globalizzazione, possono essere risolti<br />

non con singole azioni nazionali ma solo con solidi impegni comunitari.<br />

L’Unione d’altra parte, in applicazione del “Principio di Sussidiarietà” può intervenire<br />

con leggi, elaborate ed emanate dalle proprie Istituzioni, soltanto se gli<br />

obiettivi comunitari condivisi non possono essere soddisfacentemente raggiunti da<br />

leggi nazionali, regionali o locali. Novità comunitaria è il fatto che arbitri di questa<br />

situazione sono i Parlamenti nazionali.<br />

Il contributo richiesto ai Parlamenti nazionali<br />

– L’Unione sollecita ai Parlamenti nazionali un forte contributo attivo al suo<br />

buon funzionamento, che se dato con convinzione porta a rafforzare la legittimità<br />

comunitaria e ad avvicinare l’Europa ai cittadini. Purtroppo questo obiettivo non<br />

può considerarsi ancora raggiunto.<br />

Inoltre le elezioni del Parlamento Europeo, che comunque sta accentuando il<br />

suo potere colegislativo col Consiglio, rimangono ancora una sommatoria di elezioni<br />

nazionali e le campagne elettorali non fanno cogliere ai cittadini le valenze<br />

comunitarie delle Politiche UE, perché si limitano a privilegiare il piccolo cabotaggio<br />

delle diatribe partitiche nazionali.<br />

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Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011

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