La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo
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Franco Riva<br />
no ravvicinato, o di un simile troppo simile a me 1 . L’affacciarsi del senso dell’altro in<br />
quanto altro, nella sua differenza differente, risulta d’altro canto per la solidarietà<br />
l’unica via di accesso a una vera universalità, che non escluda nessuno. Dire l’universale<br />
umano significa per la solidarietà mettersi appunto di fronte all’altro indipendentemente<br />
dai riconoscimenti di appartenenza, di affinità, di somiglianza.<br />
<strong>La</strong> solidarietà guadagna la propria universalità mettendosi di fronte all’altro in<br />
quanto altro. Da questo preciso punto di vista, un’<strong>etica</strong> <strong>della</strong> solidarietà incontra<br />
direttamente l’<strong>etica</strong> <strong>della</strong> famiglia: anche nella famiglia la scelta elettiva non equivale<br />
a un narcisismo di coppia, ma all’istituzione di un’apertura sull’apertura, all’ingresso<br />
dell’altro in quanto altro. Nella famiglia si inaugura il tempo dell’altro:<br />
femminile e maschile, maternità e paternità, figliolanza e fraternità si intrecciano,<br />
si fondono, si ripensano nel faccia a faccia, per scoprire infine che niente <strong>della</strong> famiglia<br />
e delle sue dinamiche si spiega nell’ottica di una centratura su di sé, di<br />
un’appartenenza esclusiva, di un possesso.<br />
Le esperienze fondamentali di eros e del figlio 2 stanno lì a documentare come<br />
nell’elezione dell’amore, nella famiglia che si costituisce, si inaugura un tempo altro<br />
in quanto tempo dell’altro: inaugurazione che avviene in una comunità incipiente,<br />
con volti e nomi propri, e che tuttavia deve la sua configurazione, perfino<br />
nel suo aspetto normativo, a ciò che, nell’unità, differisce. Elezione <strong>della</strong> differenza,<br />
quindi, carne altra eletta come propria – ma proprio perché propria non è –,<br />
paradosso del figlio che biologicamente deriva dai genitori ma che, nella sua<br />
profondità irraggiungibile, è altro.<br />
<strong>La</strong> famiglia si raccoglie nella casa. Nella casa l’aprirsi delle porte è altrettanto<br />
essenziale del loro chiudersi, l’uscita altrettanto fondamentale dell’ingresso, ospitare<br />
è anche un essere accolti nella propria dimora. Ma non si tratta solo di un’immagine;<br />
semmai, dell’essere dell’uomo su questa terra come un soggiornare aperto 3 ,<br />
un abitare presso. Il movimento diventa così decisivo tanto quanto il raccoglimento,<br />
l’uscire tanto quanto l’entrare, il rischio tanto quanto la protezione. Senza la<br />
presenza dell’altro in quanto altro, la dimora dell’umano – il suo stesso esserci –<br />
non si può costruire.<br />
<strong>La</strong> famiglia non è solo una prima, elementare forma di solidarietà. Realizza<br />
semmai il movimento stesso <strong>della</strong> solidarietà nel suo perenne incarnarsi e decen-<br />
1 Cfr. J. Cohen, A. Arato, Civil Society and Political Theory,MIT Press, Cambridge (Mass.) 1992,<br />
p. 38. Per un panorama sulla solidarietà, cfr. K. Bayertz, herausg., Solidarität. Begriff und Probleme,<br />
Suhrkamp, Frankfurt am Main 1998; AA.VV., Solidarity, Kluwer, Boston-London 1999; F. Crespi, S.<br />
Moscovici, Solidarietà in questione. Contributi teorici e analisi empiriche, Meltemi, Roma 2001; R.<br />
Zoll, <strong>La</strong> solidarietà. Eguaglianza e differenza, il Mulino, Bologna 2003; F. Riva, a cura di, Ripensare la<br />
solidarietà, Diabasis, Reggio Emilia 2009.<br />
2 Cfr. E. Lévinas, Etica e Infinito, a cura di F. Riva, Città Aperta Edizioni, Troina 2008.<br />
3 M. Heidegger, Lettera sull’umanismo, Adelphi, Milano 1995, pp. 92 ss.; J.-L. Nancy, L’«<strong>etica</strong> originaria»<br />
di Heidegger, Cronopio, Napoli 1996, p. 36.<br />
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Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011