La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo
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Credere nell’Unione Europea<br />
Sfida a scetticismo e populismo<br />
«Civitas»: L’ideale dell’unificazione europea ha visto, dall’immediato dopoguerra,<br />
l’Italia tra le nazioni più convinte e decise. L’opera di De Gasperi, a fianco<br />
di Adenauer e di Schuman è stata decisiva per dare vita alle prime istituzioni<br />
comunitarie sullo sviluppo delle quali si è innestata l’intera costruzione <strong>della</strong><br />
unione continentale.<br />
Eppure, nonostante questo patrimonio di meriti, il nostro Paese non percepisce<br />
ancora appieno l’importanza e la vitale necessità dell’Europa unita e appare<br />
marginale nella guida delle relative istituzioni. È una realtà questa oppure una<br />
sensazione? Nel primo caso è possibile una spiegazione?<br />
Flavio Mondello: Immediatamente dopo la seconda guerra mondiale sono falliti<br />
vari tentativi degli Stati Uniti di far decidere da una entità unitaria europea la<br />
ripresa economica di una Europa che occorreva far rinascere dalle spaventose distruzioni<br />
belliche in particolare con gli aiuti del Piano Marshall (1947). D’oltre<br />
atlantico si voleva anche scongiurare un’avanzata del comunismo sovietico, dato<br />
che Mosca aveva rifiutato l’invito a questa coesione <strong>politica</strong> e mirava a comunistizzare<br />
l’Europa occidentale come aveva già fatto con l’Europa orientale.<br />
I Paesi dell’Europa occidentale, allora, non erano ancora maturi per una tale<br />
esperienza unitaria.<br />
<strong>La</strong> Francia, tramite l’ispiratore Jean Monnet e l’uomo di potere Robert Schuman,<br />
Ministro degli Esteri, preoccupati del rischio di un ritorno sulla scena europea<br />
di una Germania agguerrita e constatati i limiti <strong>della</strong> capacità francese di risollevare<br />
da sola le sorti dell’Europa, ha reagito lanciando il 9 maggio 1950 una iniziativa<br />
più limitata in ampiezza ma più efficace, offrendo ad Adenauer, Cancelliere<br />
di un Paese vinto, di sedere allo stesso tavolo dei vincitori per mettere in comune<br />
gli elementi base <strong>della</strong> guerra: il carbone e l’acciaio e quindi per controllare anche i<br />
“Baroni” <strong>della</strong> Rhur, così da rendere impossibili ulteriori tragici conflitti intraeuropei<br />
e garantire una pace duratura.<br />
Ottenuto un immediato consenso dal Cancelliere tedesco, Parigi ha allargato<br />
l’invito ai Paesi Europei interessati ed ha subito ottenuto un convinto e deciso so-<br />
Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011<br />
Intervista a Flavio Mondello*<br />
acuradiAmos Ciabattoni<br />
* Coordinatore del Gruppo dei 10, Docente al Collegio Europeo di Parma.<br />
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