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La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo

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<strong>La</strong>ura Balestra<br />

ché suole protendersi a cose che albeggiano o che, non ancora nate, sono in grembo<br />

del futuro 40 .<br />

Dante è stato forse il primo civis d’Europa? Se non nei fatti, lo fu nello spirito<br />

e «pur essendo un italiano e un uomo di parte, (fu) prima di tutto un europeo» 41 ,<br />

la sua cultura è il patrimonio che stentiamo a riacquisire e a cui è dovere primo attingere.<br />

Dante non necessita di una ratifica costituzionale per concepire, cum-capere,<br />

afferrare insieme la sub-stantia d’Europa, la metonimia delle sue tre altezze: Golgota,<br />

Campidoglio, Acropoli; Grecia, Roma, Cristo o, Atene, Roma, Gerusalemme,<br />

che dir si voglia. Egli non inabita una nazione, è la cultura d’Europa che troneggia<br />

nei suoi versi, le cui radici nascono e s’impiantano nell’ecumene “cattolicauniversale”.<br />

Ciò che accomuna le azioni e le idee di quello che ho definito il “Senato<br />

d’Europa” è un’ideale trascendente, una missione o diaconia a carattere katholikos-universale,<br />

un servizio al servizio del Bene comune: l’Europa <strong>politica</strong> e spirituale,<br />

non confessionale, l’Europa dell’humanitas edeldialogos.<br />

Conclusione<br />

L’Europa è un’idea, una visione stentatamente esperibile, faticosamente tangibile<br />

se non nella misura stessa del ponos, la fatica <strong>della</strong> visio e <strong>della</strong> sua concreta<br />

realizzazione fattiva. Come conciliare ciò che, discorde, nelle menti albeggia già in<br />

concordia? Il fine ultimo di quanti presiedono, con le loro azioni ed intenzioni, alla<br />

creazione dell’Europa unita risiede nel mantenimento <strong>della</strong> varietas e <strong>della</strong> concordia<br />

che la sublima. Il rischio paradossale di un’unitas multiplex che non sia rete<br />

interculturale, dialogica e mediante, bensì imposizione riduttiva del molteplice<br />

non ad unione ma ad Unum, s’insinua sempre ratto e sotterraneo nelle pieghe confuse<br />

del costituendo Esse europeo, gettando l’idea d’Europa in scenari babelici. «<strong>La</strong><br />

fatica di questa theoria […] consisterà, dunque, nell’armonizzare, senza ridurle violentemente<br />

a Uno, le diverse figure, le diverse isole, tutte ‘salve’ nell’individualità<br />

del proprio carattere, ma tutte colte nella comune ricerca, nel comune amore (philia)<br />

per quel Nome o per quella Patria che a tutte manca» 42 : l’Europa.<br />

Che cos’è l’Europa? <strong>La</strong> sua dinamica attuale la sospinge ad assumer forma di<br />

progetto culturale, non più limitatamente economico-politico, e soltanto comprendendo<br />

che essa è un concetto la cui dynnamis attiva risiede su fondamenti spirituali<br />

diversi e discordi, necessitanti di un’armonia logica, dia-logica, che tutti li<br />

riconosca identici e distinti senza nessuno disconoscerne o annullarne, sarà possibile<br />

dar ragione <strong>della</strong> sua richiesta d’identità, strappandola all’oblio di sé, al nichilismo<br />

e al relativismo.<br />

40 Paolo VI, Altissimi Cantus n. 16, traduzione dall’originale latino pubblicata in Annali dell’<strong>Istituto</strong><br />

di Studi Danteschi. Volume primo, Vita e Pensiero, Milano 1967, vol. I, pp. IX-LIV.<br />

138<br />

Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011

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