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La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo

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trarsi: di fronte all’altro eletto in un vincolo esclusivo di responsabilità e tuttavia,<br />

proprio per questo, pur sempre dinnanzi all’altro da sé che domanda, e che rimanda,<br />

al movimento sempre particolare e sempre universale <strong>della</strong> stessa solidarietà.<br />

Nella famiglia tutte le dimensioni <strong>della</strong> solidarietà umana sono messe alla<br />

prova: nella salute e nella malattia, nella giovinezza e nella vecchiaia, nella buona e<br />

nella cattiva sorte, nella felicità e nella disperazione. Nell’affinità e nell’insormontabile<br />

differenza.<br />

Un’inversione pericolosa<br />

Franco Riva<br />

<strong>La</strong> responsabilità per l’altro in quanto altro agisce nel cuore <strong>della</strong> famiglia e in<br />

quello di una solidarietà universale. Nonostante questa vicinanza, e nonostante che<br />

fin dall’inizio i loro linguaggi si siano mescolati, tra famiglia e solidarietà sono maturate<br />

progressivamente tensioni e dissociazioni morali, come se riguardassero infine<br />

narrazioni antitetiche dell’umano.<br />

Il motivo di questa ingiusta antitesi risiede in una inversione tanto semplice da<br />

indicare, quanto articolata e complessa da documentare: il motivo etico <strong>della</strong> solidarietà<br />

che emerge esemplarmente in riferimento alla famiglia non esaurisce in essa<br />

tutte le potenzialità di espressione. Quando si parla dunque di modello familiare<br />

per la solidarietà la cosa va intesa per intensità di emergenza, e non per sovrapposizione:<br />

significa che la famiglia è attraversata dalla socialità nel suo stesso costituirsi;<br />

e se questo la indica come paradigma, la trascina al tempo stesso verso una <strong>dimensione</strong><br />

fondamentale dell’umano comune che l’oltrepassa senza oltrepassarla veramente,<br />

perché in essa già compresa e vissuta. <strong>La</strong> sorgente non è il fiume. Le fondamenta<br />

non sono l’edificio. Se è vero che senza sorgente e senza fondamenta non ci<br />

sono fiumi e case, non è meno vero che senza fiumi e senza case non ci sono sorgenti<br />

e fondamenta di nulla.<br />

L’inversione consiste dunque in questo: nel far coincidere il paradigma <strong>della</strong><br />

solidarietà con il luogo familiare <strong>della</strong> sua emergenza. Fuori dubbio che nella famiglia<br />

la solidarietà emerge, si esercita, e si educa in un modo tipico e insostituibile.<br />

Ma nel modo tipico e insostituibile <strong>della</strong> famiglia emerge, si esercita, e si educa anche<br />

la solidarietà come tale. Il luogo esemplare <strong>della</strong> sua emergenza e <strong>della</strong> sua pratica<br />

non equivale alla chiusura di significato <strong>della</strong> solidarietà. Né tanto meno a un<br />

abbozzo, una prova, un anticipo. <strong>La</strong> famiglia è già, nel suo modo tipico e insostituibile,<br />

responsabilità per l’altro in quanto altro, già destinazione all’umano comune<br />

nella sua stessa elettività, già universale nella sua singolarità, già insuperabile socialità.<br />

L’inversione strisciante tra il modello familiare e l’esaurimento <strong>della</strong> solidarietà<br />

provoca perciò, così come la netta dissociazione, dei contraccolpi mortali su entrambi<br />

i lati.<br />

Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011<br />

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