La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo
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<strong>La</strong>ura Balestra<br />
zioni antiche, fino al comandamento nuovo e paradossale di quell’ebreo di Nazareth<br />
che, dall’alto di un monte, insegnò per primo a tendere la mano ai “fratellinemici”.<br />
Riconcialiazione e i segni <strong>della</strong> civiltà cristiana<br />
Il 19 marzo 1958, otto anni dopo, la Dichiarazione Schuman, il padre fondatore<br />
d’Europa, in occasione dell’elezione a presidente del primo Parlamento europeo,<br />
disse: «Non si tratta di fondere gli Stati associati, di creare un super Stato. […] I<br />
nostri Stati europei sono una realtà storica. Sarebbe psicologicamente impossibile farli<br />
sparire. <strong>La</strong> loro diversità, poi, è una fortuna e non vogliamo né livellarli né renderli<br />
uguali». <strong>La</strong> <strong>politica</strong> europea per noi non è assolutamente in contraddizione con l’ideale<br />
patriottico di ciascuno di noi. Tutti i Paesi europei sono stati impregnati dalla<br />
civiltà cristiana. È questa l’anima dell’Europa che occorre far rivivere. Che questa<br />
idea di un’Europa riconciliata, unita e forte, sia ormai una parola d’ordine per le<br />
nuove generazioni che desiderano servire un’umanità finalmente libera dall’odio e<br />
dalla paura e che impari di nuovo, dopo troppe lacerazioni, la fraternità cristiana.<br />
L’Europa ha dato all’umanità il suo pieno compimento. È lei che deve mostrare<br />
una via nuova, invece <strong>della</strong> schiavitù.<br />
Accettando una pluralità di civiltà in cui ciascuna sia rispettosa delle altre.<br />
Non siamo, non saremo mai negatori <strong>della</strong> patria, dimentichi dei doveri che abbiamo<br />
nei suoi confronti. Ma al di sopra di ogni patria riusciamo a distinguere sempre<br />
più nettamente che esiste un bene comune, superiore all’interesse nazionale, quel<br />
bene comune nel quale gli interessi individuali dei nostri Paesi si fondono e si<br />
confondono. In un’epoca in cui tutto è in fermento, bisogna saper osare. È meglio<br />
provare che rassegnarsi, la ricerca <strong>della</strong> perfezione è una scusa meschina per non<br />
agire 37 . Il richiamo al Bene comune, alla fratellanza universale, al perdono e all’accoglienza<br />
del nemico sono temi cristiani di grande attualità che inducono a una riflessione<br />
più ampia sulla questione dei cattolici in <strong>politica</strong>, il cui impegno, ieri come<br />
oggi, anche sul tema dell’Europa non deve indurre ad accelerazioni in senso necessariamente<br />
confessionale. In tal direzione va letta l’opera europeistica di Alcide<br />
De Gasperi. Ricordare la sua figura, infatti, studiarne l’attività vuol dire – come ha<br />
sottolineato Gabriele De Rosa – «confrontarsi con alcuni nodi cruciali <strong>della</strong> storia del<br />
secolo scorso: dalle vicende legate alla dissoluzione dell’Impero asburgico, alla crisi dello<br />
Stato liberale e all’avvento del fascismo; dalla tragedia <strong>della</strong> II guerra mondiale alla<br />
difficile opera di ricostruzione e di avvio <strong>della</strong> modernizzazione economica, <strong>politica</strong> e<br />
istituzionale del nostro paese, fino al progetto di una casa comune europea» 38 .<br />
136<br />
37 Ivi,pp.46ss.<br />
38 http://www.degasperi.net/navipage_percorsi.php?id_cat=p1.<br />
Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011