La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo
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figurandosi bensì come Stato laico (artt. 8, 19, 20 Cost., relativi alla questione<br />
religiosa), sebbene riconosca una qualche forma di privilegio alla religione cattolica<br />
(art. 7 Cost.), la quale, al di là dell’espresso riferimento costituzionale, costituisce<br />
per l’Italia una matrice storico-culturale e religiosa inappellabile. <strong>La</strong> tanto<br />
discussa ed ambita laicità sembra oggi essersi eretta a baluardo ideologico e costitutivo<br />
dell’identità s-personalizzata europea. Ideologia, peraltro, apparentemente<br />
condivisa in maniera unanime e diffusa, da opporre alla religione come qualcosa<br />
ad essa estraneo e avverso, benché, come ha recentemente fatto notare il politologo<br />
francese Olivier Roy, il concetto di laicità, soggetto attualmente a strani fenomeni<br />
di distorsione interpretativa, non sia anti-religioso, ma sia in realtà una<br />
conseguenza delle antiche guerre di religione combattute in Europa, sorto a motivo<br />
di un mancato consenso dei vari paesi europei in merito allo spazio da assegnare<br />
alla religione. Il fanatismo scatena sì la guerra ma anche il compromesso<br />
pacifico che ne è conseguenza di libertà, seppur come conquista tradiva e imputabile<br />
a scontri tra poteri opposti, indipendenti e mal conciliati o difficilmente<br />
conciliabili 33 .<br />
Il problema non risiederebbe tanto nel veto più o meno avvalorato di questo<br />
o quell’altro Paese in merito a un trattato, nel far esistere un’Europa etsi Deus non<br />
daretur, ma nell’introdurre un cardine memoriale, al pari di altri grandi esclusi,<br />
all’interno di una Carta costituzionale, che sia definizione, nel medesimo tempo,<br />
del carattere laico e religioso, occidentale ed orientale dell’Europa. E se dalla<br />
Francia in primis – e da altri – venne, a suo tempo, l’abiura, dalla Francia poi, si è<br />
fatta nuovamente largo l’idea dell’eredità cristiana d’Europa. Il 29 gennaio 2008<br />
Nicolas Sarkozy, al Congresso dell’UMP sull’Europa, s’espresse così: «Dire che in<br />
Europa ci sono delle radici cristiane è semplicemente dare prova di buon senso. Rinunciare<br />
a farlo, significa girare le spalle ad una realtà storica» 34 . Ed è sempre dalla<br />
Francia del secondo dopoguerra, dal progetto maturato da Robert Schuman, in<br />
stretta collaborazione con «Monsieur Europe», Jean Monnet, che l’Europa, come<br />
auspichiamo intenderla oggi e in futuro, conobbe un inedito processo di unificazione<br />
35 , innaturale, ma ispirato a una visione <strong>politica</strong>, storica e spirituale lungimirante,<br />
riconducibile, a detta dello stesso Schuman, «alla legge cristiana di una nobile<br />
ma umile fratellanza. E per un paradosso che ci sorprenderebbe se non fossimo cristiani<br />
[…] tendiamo la mano ai nemici di ieri non semplicemente per perdonare, ma<br />
per costruire insieme l’Europa di domani» 36 . <strong>La</strong> mano tesa del nemico al nemico<br />
che unisce e mantiene distinti Schuman e Adenauer, Francia e Germania, rendendoli<br />
parte <strong>della</strong> stessa grande visione europea, non era contemplata nelle conce-<br />
33 Cfr. Olivier Roy, L’Islam in Europa, in http://www.radioradicale.it/scheda/321363.<br />
34 N. Sarkozy, Discours lors du Congrès de l’UMP sur l’Europe, 29 gennaio 2008.<br />
35 Cfr. Bernard Ardura, op. cit., p. 25.<br />
36 R. Schuman, Pour l’Europe, Genève 1990, p. 44.<br />
Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011<br />
<strong>La</strong>ura Balestra<br />
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