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La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo

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Joaquín Navarro-Valls<br />

nessuno compie. <strong>La</strong> complessità umana lo impedisce. Le esigenze individuali si ribellano.<br />

<strong>La</strong> trascendenza dell’altro vi si oppone con una prestanza imperativa. Una<br />

razionale visione del bene comune nasce, all’opposto, obbligatoriamente evidenziando<br />

la necessaria unità sostanziale di <strong>etica</strong> e <strong>politica</strong> in tutte le dimensioni, teoriche<br />

e pratiche, che riguardano la vita umana.<br />

Teoria e pratica<br />

Qual è, allora, il genere di <strong>etica</strong> che può applicarsi con successo alla <strong>politica</strong>?<br />

Di certo, l’unica che disponga di un livello soddisfacente di riferimenti antropologici<br />

e di motivazioni pratiche da soddisfare le aspirazioni profonde presenti<br />

nella società. E ciò per due ragioni. Da un lato, perché l’agire pratico non può esistere<br />

senza una conoscenza speculativa <strong>della</strong> verità umana come tale. Infatti, se non<br />

so chi è la persona, non posso neanche sapere cosa devo fare e quanto occorre esigere<br />

dagli altri per comportarsi con misura e giustizia, nel rispetto pieno <strong>della</strong> dignità<br />

personale di tutti. Dall’altro, perché la <strong>politica</strong> è fondamentalmente abitudine,<br />

vale a dire un ricorrente traboccare dell’intelligenza nell’azione, senza il quale<br />

non può esservi alcun tipo di garanzia e dignità per nessuno. Ecco perché la piena<br />

saldatura tra teoria e pratica è quanto i maestri <strong>della</strong> Scolastica chiamavano “prassi”,<br />

vale a dire non la sola trasformazione tecnologica dell’ambiente circostante, ma<br />

la materializzazione <strong>della</strong> verità umana in buoni comportamenti: coerenti, effettivi<br />

e concreti. Il risultato è la felicità personale, indipendente dai risultati produttivi<br />

ottenuti.<br />

Non stupisce, alla fine, che l’unità di <strong>etica</strong> e <strong>politica</strong>, mo<strong>della</strong>ta sul principio<br />

<strong>della</strong> responsabilità personale, abbia trovato il proprio sbocco normale nella centralità<br />

delle virtù umane. Esse sono, per l’appunto, come il grande filosofo tedesco<br />

Joseph Pieper ha spiegato, il cuore etico <strong>della</strong> <strong>politica</strong> e il perno stesso <strong>della</strong> pretesa<br />

pubblica che definisce l’agire privato di ognuno.<br />

Le virtù etiche<br />

Le più importanti virtù etiche in <strong>politica</strong> sono, non a caso, la prudenza e la<br />

giustizia.<br />

Un politico, infatti, è all’altezza del suo dovere solo se è misurato e equo, vale a<br />

dire solo se compie abitualmente atti razionali che diventino tutt’uno con il suo<br />

modo d’essere, di valutare problemi e scegliere soluzioni responsabili. Da tale coerenza<br />

deriva poi non soltanto la credibilità che da politico egli può garantire ai suoi<br />

elettori, ma l’aderenza <strong>etica</strong> <strong>della</strong> sua autentica personalità alla verità antropologica<br />

oggettiva. È fin troppo chiaro che l’indissociabilità tra <strong>etica</strong> e <strong>politica</strong>, legata per<br />

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Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011

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