La dimensione etica della politica - Istituto Luigi Sturzo
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Flavio Mondello<br />
ne, <strong>della</strong> giustizia. A differenza del precedente grande allargamento dell’UE sono<br />
queste tre ultime condizioni assolutamente essenziali per l’ingresso nell’Unione. <strong>La</strong><br />
futura collocazione nell’UE dei Paesi dei Balcani Occidentali è comunque segnata<br />
anche se i tempi, proprio per le nuove imperative condizioni, saranno prolungati.<br />
Ben diverso è il caso <strong>della</strong> richiesta di entrare nell’UE da parte <strong>della</strong> Turchia che<br />
con i suoi 81,5 milioni di cittadini, gli 800.000 militari in servizio attivo e la lunga<br />
e importante partecipazione alla NATO, oltre alla presenza attiva nel Gruppo dei<br />
20, ha tuttavia il 95% di popolazione e di territorio in un continente diverso dall’Europa.<br />
<strong>La</strong> Turchia è passata da membro Associato alla Comunità Economica Europea<br />
nel 1963 a Paese candidato all’adesione, ed il negoziato in corso, anche se rallentato,<br />
è iniziato nel 2005, sottoposto a tre condizioni principali: riconoscere la Repubblica<br />
di Cipro membro UE, abbandonare l’occupazione militare <strong>della</strong> parte settentrionale<br />
dell’isola, riformare profondamente il campo del diritto e delle libertà civili, <strong>della</strong><br />
democrazia, e dell’uguaglianza, per mettersi in sintonia con l’Unione.<br />
I Paesi che ostacolano il negoziato<br />
– Dopo essersi aperti 13 dei 35 capitoli del negoziato, mentre altri più critici<br />
sono stati sospesi dal 2006 ed i rimanenti rimangono ancora chiusi, il negoziato si<br />
è rallentato perché Francia, Germania, Austria, Olanda hanno confermato la loro<br />
contrarietà ad una adesione preferendo con Ankara una Partnership privilegiata soprattutto<br />
economica, mentre sono rimasti favorevoli Italia, Regno Unito,Svezia,<br />
Spagna e Finlandia particolarmente interessati alla più stretta collaborazione con<br />
Ankara.<br />
<strong>La</strong> Francia ritiene che la Turchia divenuta membro UE giocherebbe nelle Istituzioni<br />
dell’Unione, ed in particolare nel Parlamento Europeo, un ruolo eccessivo<br />
a causa <strong>della</strong> sua alta popolazione, ed inoltre cancellerebbe la coerenza geo<strong>politica</strong><br />
dell’UE a causa <strong>della</strong> sua natura non europea, essendo considerata da Parigi Asia<br />
minore. Inoltre, almeno sino ad oggi, la Turchia è criticata per avere il primato delle<br />
condanne da parte <strong>della</strong> Corte Europea dei diritti dell’uomo. Per queste ragioni<br />
il Parlamento francese ha approvato una legge costituzionale che subordina l’eventuale<br />
accordo di adesione <strong>della</strong> Turchia ad un referendum popolare.<br />
<strong>La</strong> specificità <strong>della</strong> Germania<br />
– <strong>La</strong> Germania, che già comprende 2,5 milioni di persone con passaporto turco,<br />
vorrebbe la loro completa integrazione, ma d’altra parte sostiene che i cittadini turchi<br />
non sono in grado di assimilarsi a quelli tedeschi: quindi respinge l’idea di un<br />
aumento <strong>della</strong> presenza turca sul proprio territorio a seguito di un ingresso <strong>della</strong><br />
Turchia nell’UE. Condivide inoltre le preoccupazioni francesi sulle Istituzioni UE.<br />
I Paesi UE favorevoli all’adesione <strong>della</strong> Turchia le riconoscono il valore strategico<br />
di collegamento o di ponte tra Europa ed Asia Occidentale, di controllo dei due<br />
Civitas / Anno VIII - n. 2-3 - Maggio-Dicembre 2011<br />
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