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Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...

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La sommossa biellese del 27 e 28 luglio 1797 e <strong>la</strong> repressione regia<br />

to nel monastero in vista che aveva veduto<br />

entrare in esso il Sig. Conte Crispino Avvocadro<br />

13 suo feudatario, ma nul<strong>la</strong> aver preso.<br />

In seguito a quali risultanze, trattandosi,<br />

che gli avanti nominati non sarebbero stati<br />

involti nell’intruppamento, e nel saccheggio,<br />

e che quanto hanno esportato fu di poi<br />

che il saccheggio erasi dato, e che hanno<br />

consegnato le robe esportate prima del loro<br />

arresto con essersi spiegati al tempo che<br />

hanno fatto tale consegna che non erano<br />

<strong>per</strong> appropriarsi gli effetti esportati, ma <strong>per</strong><br />

assicurarli, e consegnarli al padrone, come<br />

hanno fatto, così questa Giunta ha determinato,<br />

avuto riflesso alle avanti divisate circostanze,<br />

ed all’arresto da medesimi sofferto<br />

sino al giorno d’oggi ha mandato, come manda<br />

li medesimi ri<strong>la</strong>sciare senza costo di spesa,<br />

avuto anche riguardo alle informazioni<br />

prese sulle loro qualità <strong>per</strong>sonali, da’ quali<br />

risultano <strong>per</strong>sone dedite al <strong>la</strong>voro, al<strong>la</strong> riserva<br />

del Blotto, che compare come discolo,<br />

al cui effetto, rispetto a quanto si manda<br />

passare un atto di sotto<strong>missione</strong> di darsi a<br />

stabile <strong>la</strong>voro, e non dare più motivo di doglianza<br />

su sua condotta sotto pena di grave<br />

castigo.<br />

E quanto allo Stefano Gremmo siccome<br />

resta ad appurare se <strong>la</strong> rotta da esso fatta di<br />

una cassa piena di cera esistente nel monastero<br />

al tempo del saccheggio sia stata fatta<br />

o non di com<strong>missione</strong> del sig. Canonico<br />

Ignazio Marochetti 14 (sic) <strong>per</strong> <strong>la</strong> maggior facilità<br />

a salvare <strong>la</strong> cera col suo ripartito trasporto<br />

si riserva <strong>la</strong> Giunta di provvedere,<br />

allorché siasi appurata questa circostanza,<br />

commettendo al sig. Congiudice V. Prefetto,<br />

l’atto di sotto<strong>missione</strong> da passarsi dal<br />

Blotto».<br />

Il 10 agosto <strong>la</strong> giunta si riunisce ancora<br />

13 Crispino Avogadro di Valdengo e Formigliana era cugino del conte Pietro; nell’elenco<br />

dei giacobini di Biel<strong>la</strong> e provincia compi<strong>la</strong>to dal Consiglio supremo austro-russo è ritenuto<br />

«de’ più avversi al Governo Monarchico. Municipalista, intimo de’ capi rivoluzionari e terrorista.<br />

Fuggito. Non si sa ove siasi ricoverato». Un rapporto anonimo del 2 luglio 1799 documenta<br />

che Crispino è ancora nel suo castello di Valdengo, che tuttavia abbandona quando<br />

sa di essere in procinto di essere arrestato; egli ha comunque sempre rifiutato di riconoscersi<br />

colpevole di alcun delitto. Fa parte del<strong>la</strong> congregazione amministrativa del Santuario d’Oropa<br />

ed è chiamato dal governo repubblicano dopo l’8 dicembre 1798 a far parte del<strong>la</strong> municipalità<br />

provvisoria di Biel<strong>la</strong>; firmatario del manifesto che invitava ogni Comune ad erigere<br />

l’albero del<strong>la</strong> libertà (pure ad Oropa). Con il ritorno del governo francese, dopo Marengo,<br />

il 18 novembre 1800 è nominato “ufficiale municipale” del Comune di Torino sino al 1 aprile<br />

1800, e alcuni mesi dopo commissario generale di polizia; <strong>la</strong> nomina è revocata il 25 luglio<br />

1801 dal generale Jean Baptiste Jourdan. Il nipote abate Gustavo Avogadro di Valdengo<br />

(1814-1847) è l’autore di Storia del Santuario di Nostra Signora d’Oropa (Torino, 1846).<br />

14 Il canonico Ignazio Marocchetti, teologo giansenista (Biel<strong>la</strong>, 31 luglio 1767), nel 1793<br />

si <strong>la</strong>urea in ambe le leggi all’Università di Torino; il 2 maggio 1796 è canonico del<strong>la</strong> cattedrale.<br />

Dal 1811 al 1814 è nominato dal governo francese rettore d’Oropa. Nel 1821 è arrestato in<br />

quanto compromesso con i moti liberali. È fratello di Giovanbattista, commissario giacobino.<br />

Altri Marocchetti (tutti del<strong>la</strong> stessa famiglia) sono giansenisti e giacobini: fra Vincenzo,<br />

barnabita, che si ammoglia e diventa ateo (n. 1768), professore nel 1801 di eloquenza italiana<br />

all’Unversità di Torino, padre del celebre scultore Carlo Marocchetti (1805-1867), autore del<br />

monumento a Emanuele Filiberto (“Caval ëd bronz”) di piazza San Carlo a Torino; cugino<br />

di Ignazio. Fra Cipriano, agostiniano, nel 1800, dopo Marengo, è membro del<strong>la</strong> Congrega-<br />

a. XXIX, n. s., n. 1, giugno 2009 101

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