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Giorgio Marincola e la missione “Bamon” - Istituto per la storia della ...

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<strong>per</strong> sciogliere <strong>la</strong> riserva riguardante Stefano<br />

Gremmo, e <strong>per</strong> giudicare tre altri inquisiti:<br />

Alessandro Righetti, Andrea Levis e Alberto<br />

Barbera, l’unico che viene condannato,<br />

<strong>per</strong>ò a soli due mesi di detenzione.<br />

«L’anno del Signore millesettecentonovantasette,<br />

addì dodici di agosto in Biel<strong>la</strong>,<br />

radunatasi <strong>la</strong> R.a Giunta, in cui intervennero<br />

gli Ill.mi Cavaliere D’Agliè comandante,<br />

Intendente Rubatti, e V. Prefetto Conte Teccio<br />

di Bajo, unitamente alle sigg. Deputati<br />

da questa Civica Amministrazione Caval.<br />

Leone Vil<strong>la</strong>ni Sindaco, ed avv. Gio Martino<br />

Rondi consiglieri in quale congrega inerentemente<br />

al<strong>la</strong> riserva cui nell’atto delli 5 del<br />

corr.e si è presentata una dichiaraz. Spedita<br />

dal sig. Can. Ignazio Marochetti (sic) li 10<br />

del corr.e dal<strong>la</strong> quale risulta che nel giorno<br />

27 del passato luglio mentre si erano molti<br />

facinorosi, che saccheggiavano il monastero<br />

di questa Città, ha egli col sentimento di<br />

varie altre <strong>per</strong>sone, che coadiuvavano al salvamento<br />

dei mobili del<strong>la</strong> Chiesa, determinato<br />

di far rom<strong>per</strong>e <strong>la</strong> cassa dove era rinchiusa <strong>la</strong><br />

cera <strong>per</strong> quindi procurare il sicuro trasporto;<br />

e che <strong>per</strong>ciò si è servito dell’o<strong>per</strong>a di varie<br />

<strong>per</strong>sone, tra le quali, attesa <strong>la</strong> confusione,<br />

e moltitudine di gente non può sovvenirsi,<br />

che si trovasse lo Stefano Gremmo di Giuseppe<br />

detto Camillo, sebbene ciò abbia potuto<br />

facilmente occorrere assicurando <strong>per</strong>ò<br />

che <strong>la</strong> cera si è messa in salvo <strong>per</strong> intero.<br />

Gustavo Buratti<br />

La Giunta vista <strong>la</strong> suddetta dichiaraz.e, secondo<br />

<strong>la</strong> quale non risulterebbe il Gremmo<br />

colpevole del<strong>la</strong> rottura del<strong>la</strong> cassa, di qual<br />

rottura non risulta da altro, che dal<strong>la</strong> confessione<br />

fatta dallo stesso Gremmo d’ordine<br />

di detto sig. Canon. Marochetti (sic) <strong>per</strong> porre<br />

in salvo <strong>la</strong> cera ha mandato e manda atteso<br />

il carcere sofferto, il medesimo ri<strong>la</strong>sciarsi.<br />

Quanto al Gioanni Righetti del fu Giuseppe<br />

del Borgo d’Intra residente in questa Città<br />

stato arrestato su questo pubblico mercato<br />

<strong>la</strong> mattina delli 9 corr. <strong>per</strong> renitenza usata<br />

nell’usare <strong>la</strong> tassa dei commestibili fatta lo<br />

stesso giorno, e <strong>per</strong> parole ingiuriose proferte<br />

contro <strong>la</strong> milizia di questa Città <strong>per</strong>ché<br />

volessero obbligarlo all’osservanza del<strong>la</strong><br />

tassa.<br />

La Giunta ha mandato e manda ri<strong>la</strong>sciarsi<br />

il detto Gio. Righetti previo un atto di scusa<br />

da passarsi dal med.mo al capo delle milizie<br />

secondo <strong>la</strong> formo<strong>la</strong> da rimettersi al segr. del<strong>la</strong><br />

Giunta <strong>la</strong> mattina del prossimo lunedì primo<br />

giorno di mercato.<br />

E riguardo all’Andrea Levis di Antonio del<br />

luogo di Vandorno stato arrestato come colpevole<br />

ossia <strong>per</strong> aver avuto qualche parte<br />

nell’esposizione di alcuni mobili dal monastero<br />

li 27 dello scorso luglio, risultando<br />

essere stato prima del suo arresto restituito<br />

qualche effetto di poco riguardo appropriatosi<br />

nell’occ.ne di d. saccheggio stante pure<br />

il carcere sofferto manda anche il m.o ri<strong>la</strong>-<br />

zione dell’Ospedale di Carità; fra Pietro, dei Minori conventuali di S. Francesco, nel 1799<br />

è denunciato dal prefetto di Biel<strong>la</strong> (regime austro-russo) come «uno dei più <strong>per</strong>fidi ed accaniti<br />

giacobini di questa provincia e che ebbe <strong>la</strong> principale direzione negli affari del<strong>la</strong> rivoluzione<br />

di questa città e provincia»; all’arrivo degli austro-russi è imprigionato a Vercelli. Soggetto<br />

notoriamente considerato <strong>per</strong> giacobino è pure Alessandro Marocchetti, «nativo e residente<br />

in Biel<strong>la</strong>, d’anni 34, di professione negoziante possessore di negozio e di beni stabili»,<br />

in Archivio storico di Torino, Epoca francese, II, m. 5. La casa paterna del Marocchetti era<br />

situata a Biel<strong>la</strong> Riva. Il canonico Ignazio possedeva pure una casa in campagna a Chiavazza,<br />

dove aveva avuto <strong>la</strong> concessione di aprire un oratorio. Morì a Biel<strong>la</strong> il 4 aprile 1836. Cfr. A.<br />

S. BESSONE, I cinquecento canonici di Biel<strong>la</strong>, Biel<strong>la</strong>, sn, 2004, pp. 343-344.<br />

102 l’impegno

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